Consiglio provinciale: 19 leggi approvate nel 2017 

Spiccano la doppia preferenza di genere e il Garante dei minori e dei detenuti Tra i consiglieri più presenti in aula Fasanelli, Ossanna e Maestri


di Fabio Peterlongo


TRENTO. Un Consiglio provinciale dal bilancio meno «oneroso», grazie all’abolizione delle «porte girevoli» ed al taglio sulle indennità dei consiglieri. Una presenza media alle votazioni superiore all’80%. Uno snellimento delle leggi provinciali per alleggerire la burocrazia, nonostante da Roma arrivino norme in senso opposto. Nuove leggi tese a tutelare le pari opportunità e i diritti civili, attraverso la doppia preferenza di genere e il Garante dei minori e dei detenuti. Questi sono i risultati che il presidente del Consiglio provinciale Bruno Dorigatti rivendica al termine del suo mandato, in occasione della presentazione del Rendiconto 2017 delle attività del Consiglio provinciale.

Tra i consiglieri più presenti in aula, Massimo Fasanelli (Gruppo misto), Lorenzo Ossanna (Patt) e Lucia Maestri (Pd). In fondo alla classifica, il presidente Ugo Rossi, Chiara Avanzo (Patt) e il vicepresidente Alessandro Olivi.

I costi del Consiglio. Dorigatti delinea il quadro della spesa: «La crisi iniziata nel 2008 non è ancora finita e si è riflessa sui nostri conti. Razionalizzando le spese anche alla luce del costante calo delle risorse a disposizione, siamo passati da una spesa di 14 milioni ad inizio consiliatura agli attuali 9 milioni». Un taglio che deriva principalmente dall’abolizione del meccanismo delle “porte girevoli”, che ha previsto l’abolizione dell’incompatibilità tra il ruolo di assessore e quello di consigliere.

I numeri del Consiglio. Nel 2017 il 70% delle leggi approvate sono state proposte dalla Giunta, un dato in crescita. Sostiene Dorigatti: «Il Consiglio ha svolto soprattutto un ruolo di controllo attraverso le interrogazioni e gli ordini del giorno». Il 96% delle 248 interrogazioni a risposta immediata hanno ricevuto riscontro in aula; delle 1352 interrogazioni (1300 dell’opposizione) a risposta scritta hanno ricevuto riscontro il 70%. La presenza media dei consiglieri in aula è sopra l'80%: «Un dato più alto -sottolinea Dorigatti- degli altri consigli regionali con simili competenze». In cima alla classifica dei più presenti, spiccano i consiglieri Fasanelli, Ossanna e Maestri, con una percentuale superiore al 99%. Chiudono la «graduatoria» il presidente della Provincia Ugo Rossi (43,8%), la consigliera Chiara Avanzo (53,4%) e il vicepresidente nonché assessore allo sviluppo economico Alessandro Olivi (59%). Sono state approvate 19 leggi, soprattutto in tema di tutela ambientale (cave), di promozione sociale e culturale, ma anche la doppia preferenza di genere. Il Consiglio ha abolito 15 leggi provinciali per alleggerire la pubblica amministrazione, ma Dorigatti sottolinea come da Roma siano arrivate norme in senso contrario: «La “legge 118” del 2011, che regolamenta gli enti locali, ha comportato un aggravio importante di carte e circolari telematiche». Sono state presentate sei petizioni, una in più rispetto al 2016, a segnalare, secondo Dorigatti, «una maggiore richiesta di partecipazione popolare».

La riforma dello Statuto. Sulla proposta «terza riforma» dello Statuto d’autonomia, Dorigatti esprime soddisfazione, nonostante permangano differenze con Bolzano: «La consulta ha fatto un ottimo lavoro, ora tocca alla politica: la priorità sarà quella di preservare la Regione, che è l’elemento fondante dell’autonomia. Siamo riusciti a salvaguardarla quando negli anni ’70 era sotto attacco e c'erano persino le bombe, ci riusciremo anche stavolta».













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