Comunità, una generazione esce di scena

Da Migazzi a Ballardini, da Valandro a Sommadossi: presidenti giovani “destituiti” dopo 5 anni. E c’è chi lascia la politica


di Chiara Bert


TRENTO. Mille “grandi elettori” votano oggi i nuovi organi delle Comunità di valle, ma saranno solo tre i presidenti riconfermati, Bisoffi in Vallagarina, Tait in Rotaliana e Santuari in val di Cembra. Cinque anni dopo le prime elezioni a suffragio diretto, questa volta i presidenti saranno il frutto di accordi tra i sindaci.

Colpisce, in questo passaggio frutto della riforma approvata lo scorso anno, che una generazione di giovani presidenti esca (forse prematuramente) di scena. Amministratori che in qualche caso erano alla loro prima esperienza politica - come Patrizia Ballardini nelle Giudicarie, Luca Sommadossi in valle dei Laghi, il giovanissimo Michael Rech a Folgaria - in altri venivano già da percorsi nei partiti, come Salvador Valandro (Pd) in Alto Garda e Alessio Migazzi (Upt) in val di Sole.

Tutti rimasti fuori, anche chi avrebbe volentieri continuato l’impegno. Con reazioni molto diverse tra loro. «Cinque anni fa ho lasciato la mia azienda di comunicazione per la politica, ma ho capito che è un investimento a perdere», confessa Alessio Migazzi, classe 1982, a maggio candidato (senza successo) alle comunali a Peio e uscito anche dalla segreteria Upt. «Oggi non ho più le motivazioni, torno alla mia professione». «Per 5 anni - è l’analisi - ci hanno obbligati a litigare con i Comuni a causa delle gestioni associate, era nella logica delle cose che finisse così, impensabile che io e altri miei colleghi potessimo andare da quei sindaci a chiedere sostegno. Ma io sono contento del lavoro fatto e dei progetti sbloccati, come il parco fluviale del Noce». Addio anche all’impegno diretto nell’Upt: «Oggi essere in un partito è quasi un’onta nel curriculum, la politica liquida e tattica non mi appassiona».

Continuerà invece Luca Sommadossi, che aveva già pronta candidatura e lista ritirate a pochi giorni dalla scadenza dei termini: «Interrompere tutto? Non ci penso proprio. È stata la mia prima esperienza di politica diretta, anche se venivo dall’impegno nel sociale. Sono stati 5 anni ricchi e positivi, al di là di com’è andata a finire, ed ero pronto a continuare perché c’erano progetti che andavano coltivati. Questo non sarà solo un cambio di amministrazioni nelle Comunità, ma di prospettiva: io resto tra quelli che pensano che la Comunità di valle dev’essere qualcosa di più di un’Unione di Comuni». Sommadossi si prende due mesi sabbatici, «per capire se e come rientrare al lavoro o se si può costruire un nuovo progetto in valle fuori dalle istituzioni». Il suo nome è comparso più volte tra i papabili traghettatori di un Pd in perenne crisi: «Io al Partito democratico continuo a crederci, la politica è servizio a una comunità, anche nei partiti». Anche Salvador Valandro ha annunciato che di certo non andrà in pensione dalla politica.

Per la manager Patrizia Ballardini, chiamata nel 2006 da Dellai nel cda di Agenzia per lo sviluppo quando lavorava alla Barilla, «si chiude una fase, ho una famiglia e una professione a cui dedicherò più tempo», «ma l’attenzione per il territorio è dentro di me e chi vuol dare un contributo lo può fare dentro e fuori dalle istituzioni». Anche lei aveva dato la disponibilità a continuare, nelle Giudicarie hanno scelto diversamente: «Ma io sono serena, è stata un’esperienza assolutamente positiva e sono orgogliosa di quello che la Comunità è riuscita a costruire anche a livello di progetti extraistituzionali, per la famiglia e il turismo». L’amarezza semmai riguarda il fatto che «sia mancata la volontà di credere nella riforma, oggi si chiede a persone elette per governare il loro Comune, di governare un ente che ne rappresenta più di 30, il rischio di tornare alla logica dei Comprensori c’è». La soddisfazione sta nei riscontri dei collaboratori, di chi nella Comunità di valle lavora: «In un clima in cui questi enti erano delegittimati e sempre presi di mira, ci hanno detto che hanno ritrovato motivazione».

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