Comunali, in campo anche i calendiani 

Prima uscita all’Hotel Trento. Un centinaio di persone, molti giovani, per il debutto di «Azione». L’ex presidente dell’Istituto superiore di sanità Walter Ricciardi: «Sotto i 200 parti annui, punti nascita insicuri». E su Medicina: «Per attrarre professionisti servono le specializzazioni»


Valentina Leone


Trento. Pienone nella sala del Grand Hotel Trento venerdì sera per l’incontro con l’ex presidente dell’Istituto superiore di Sanità Walter Ricciardi, che ha presentato i dieci punti per la sanità elaborati da «Azione», il movimento dell’ex ministro Carlo Calenda di cui è un’asse portante, e che qui in Trentino vede come referenti Laura Scalfi e Mario Raffaelli. Con l’occasione è stata ufficialmente presentata a militanti e simpatizzanti la candidatura a sindaco di Trento di Franco Ianeselli, che ha rivolto un breve saluto alle circa 100 persone presenti, per poi correre nella sala della circoscrizione Oltrefersina, dove lo attendeva il ministro Francesco Boccia.

Il movimento - nato da poco - in Trentino può fregiarsi di diversi giovani che in questi mesi hanno aderito, come dimostrava anche il pubblico stesso e come sottolineato da Scalfi, che ha ricordato come “il nostro non è un lavoro di occupazione, ma di servizio, e c’è spazio per tutti”. In sala, oltre a qualche militante del Pd della zona di Arco e Riva, erano presenti, tra gli altri, anche l’ex assessore provinciale alla Sanità Luca Zeni, lo storico Paolo Pombeni, il socialista Alessandro Pietracci, il segretario della Uil Walter Alotti, l’avvocato Marcello Russolo e la presidente di Trentino trasporti Monica Baggia.

“Per salvare il Sistema sanitario nazionale servono almeno 13,5 miliardi in 3 anni, diversamente la sua tenuta è a rischio”, ha detto il professor Ricciardi nel suo intervento. “La prima cosa da fare è assumere medici e infermieri che abbiamo lasciato andare, che non abbiamo fatto specializzare negli anni e che per questo sono fuggiti all’estero. Poi serve un ammodernamento di tecnologie e ospedali, e una revisione dei livelli assistenziali, e so che su quest’ultimo punto anche qui in Trentino c’è un buon margine di miglioramento”. A margine dell’incontro Ricciardi è poi intervenuto sul tema dei punti nascita: “Non è possibile - ha detto - scendere al di sotto dei 500 parti annui. Men che meno sotto i 200. L’Oms fissa il livello annuo minimo a 1000, affinché alla mamma e al bambino siano garantite le condizioni minime di sicurezza. Invece di stuzzicare l’aspetto campanilistico, bisognerebbe spiegare che ci sono ragioni di sicurezza per cui alcuni punti nascita vanno chiusi e chiarire che verrà data la garanzia, con l’elisoccorso ad esempio, di arrivare comunque in tempo in ospedale”.

Ricciardi è intervenuto anche sulla vicenda della scuola di Medicina: “Per attrarre medici e convincerli a rimanere nei territori anche più periferici servono in primo luogo le specializzazioni. Un territorio ricco come il Trentino può dotarsi di una scuola, ma queste operazioni credo vadano fatte in primis con l’università locale, che in questo caso è anche un’università che ha dimostrato di essere all’avanguardia e di alta qualità. Si può chiedere un aiuto a chi ha già un’esperienza rodata, Padova o Verona ad esempio, ma la capofila di un eventuale progetto deve essere Trento”.















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