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«Colpiva e ho visto la morte in faccia»

Il racconto di Stefania Maccarinelli, la donna accoltellata dal vicino di casa sabato sera. L’uomo è stato arrestato


di Ubaldo Cordellini


TRENTO. «Beh sì, ho visto la morte in faccia. Prima mi ha colpito alle spalle due volte e non capivo bene cosa stesse accadendo, ma quando sono caduta a terra ho visto il coltello e lui continuava a colpire. Mi ha sferrato altri due fendenti sotto la spalla sinistra e poi ho cercato di difendermi. Un’altra coltellata al braccio sinistro e poi, non so come, sono riuscita a disarmarlo». Parla piano, ma tutto d’un fiato, Stefania Maccarinelli, l’impiegata di 37 anni che nella serata di sabato è stata accoltellata in via Bepi Mor 10, a Cristo Re, per cinque volte dal vicino di casa, Cristiano Dogariu, romeno di 49 anni che è stato arrestato dai carabinieri con l’accusa di tentato omicidio.

Parla piano Stefania, con accanto il suo fidanzato Lorenzo che l’ha strappata alla furia alimentata dall’alcol del romeno. Parla piano e dagli spuntano delle timide lacrime quando ricorda l’incubo che ha vissuto. E’ ricoverato all’ospedale Santa Chiara. Nella notte è stata operata e adesso sta bene, ma a giudicare dal suo racconto è una miracolata. La ragazza stava mangiando una pizza in casa sua con il fidanzato Lorenzo, sabato sera intorno alle 21, quando il romeno ha suonato alla porta.

Spiega che non c’è stato alcun litigio: «Mi ha chiesto se potevo aiutarlo a inserire la scheda di internet sul computer. Si vedeva che era ubriaco, ma io mi fidavo. Lo conosco da dieci anni. Con gli altri condomini aveva avuto spesso discussioni e litigate. C’erano stati episodi anche di recente, ma con me si era sempre comportato bene. Era già accaduto che lo aiutassi con il computer o il telefonino. Così sono andata in casa sua. Del resto abita proprio di fronte a me. Lui ha un monolocale. Io mi sono seduta al computer e lui si è seduto dietro di me. Mentre lavoravo al pc, lui si lamentava del mal di schiena e si agitava. Così non ci ho fatto caso quando si è alzato. Poi ho capito che stava andando al cassetto della cucina per prendere un coltello. Sono passati pochi secondi e mi ha colpito alle spalle».

«Subito non capivo cosa stesse succedendo - prosegue -. Mi sembrava che mi stesse spingendo. Poi sono caduta in avanti e quando sono finita a terra l’ho visto su di me con il coltello. Mi ha colpito ancora due volte sotto la spalla sinistra. Due ferite profonde che hanno intaccato il polmone. Io ho alzato le braccia per cercare di difendermi. Mi ha colpito di nuovo all’avambraccio destro. Poi, non so come, l’ho disarmato. Ho afferrato la lama con le mani e gli ho portato via il coltello. Poi, mi sono alzata e sono andata verso la porta quando stavo uscendo ho incontrato il mio fidanzato che aveva sentito le urla e stava venendo ad aiutarmi. Avevo ancora il coltello tra le mani. Lorenzo ha chiuso la porta di Cristiano e poi ci siamo chiusi nel mio appartamento. Abbiamo subito chiamato i carabinieri e il 118. Lorenzo è stato bravissimo. Mi ha curato e pulito la ferita. Avevo perso tanto sangue».

Stefania non sa spiegare il perché di tanta furia: «Era confuso e ubriaco. In dieci anni non mi aveva mai trattato male. Non posso proprio dire perché lo ha fatto Adesso spero che non torni a vivere lì. Ho troppa paura dopo quello che è accaduto».













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