Collegio in Valsugana? Kaswalder frena 

Spiazza il centrodestra: «Mi candido solo contro un nome del Patt». Dellai punta sulla lista centrista, con l’azzardo del 3%


di Chiara Bert


TRENTO. Doveva essere il «suo» collegio: al Senato in Valsugana. Il centrodestra glielo aveva offerto da tempo, convinto che Walter Kaswalder, fuoriuscito dal Patt, fosse l’uomo giusto per il collegio tradizionalmente più ostico per il centrosinistra autonomista (che ricorda la vittoria del 2013, con Giorgio Tonini, come un successo inaspettato). Un collegio dove l’ex sindaco di Vigolo Vattaro (per 13 anni) può vantare un forte radicamento territoriale. Ma il consigliere provinciale di «Autonomia Popolare», il suo nuovo movimento, ora pare intenzionato a non scendere in campo alle politiche del prossimo marzo. Una marcia indietro che spiazza il centrodestra, che deve prepararsi a trovare un’alternativa per una casella che considerava già assegnata, e con buone probabilità di elezione.

«Andare a Roma non mi interessa», conferma Kaswalder, che per sciogliere la riserva pone una condizione: «Io l’ho detto dall’inizio. Mi candido solo contro un candidato del Patt, sarebbe una mia battaglia personale. Altrimenti dò volentieri una mano, ma preferisco lavorare sul territorio». La candidatura di Kaswalder rientrerebbe nel progetto di «quarta gamba» del centrodestra a cui lavorano a Roma Stefano Parisi, Flavio Tosi, Raffaele Fitto, Enrico Zanetti. E infatti Kaswalder la telefonata l’ha ricevuta: «Mi hanno chiamato dalla segreteria di un parlamentare, non ricordo il nome. Io ho risposto che si può parlarne». Ma ad oggi l’eventualità di uno scontro autonomista nel collegio della Valsugana appare abbastanza remota. Nel centrosinistra le certezze sui candidati sono ancora di molto inferiori ai punti di domanda. Alla Camera - dove per il centrosinistra potrebbe correre Chiara Avanzo (Patt) - il centrodestra salvo sorprese schiererà il segretario della Lega Maurizio Fugatti. Al Senato l’opzione più probabile è che la maggioranza schieri un esponente Upt.

E proprio l’Unione per il Trentino ieri sera ha riunione prima il coordinamento e poi il parlamentino per fare il punto in vista delle politiche. Al segretario Tiziano Mellarini è toccato il compito di tracciare una panoramica della situazione.

Il nodo che l’Upt dovrà sciogliere è quello di come si presenterà sul proporzionale: se dentro la lista centrista di cui l’ex governatore Lorenzo Dellai è uno dei registi a livello nazionale (insieme a Pierferdinando Casini, Beatrice Lorenzin, Gianpiero D’Alia, Giuseppe De Mita, Bruno Tabacci, Pino Pisicchio), oppure - ipotesi più remota - insieme al Partito Democratico. Per la lista centrista (che sarebbe la seconda gamba della coalizione, a fianco di Verdi, Socialisti e Radicali che confluiranno nella lista «Insieme») spinge il Pd nazionale, mentre il Pd trentino vorrebbe dare concretezza all’accordo appena siglato con l’Upt con una presenza unitaria alle politiche. Dellai anche ieri ha confermato l’importanza del progetto di una lista popolare che tenga insieme esperienze civiche territoriali, anche se - ammettono tutti in casa Upt - l’obiettivo del 3% da raggiungere a livello nazionale resta un grosso azzardo: se non viene raggiunto, niente eletti. Se la lista nascesse, è evidente che a guidarla in Trentino sarebbe lo stesso Dellai. Che a quel punto potrebbe rinunciare a presentarsi sul collegio uninominale di Trento, lasciando spazio nei collegi ad altri due esponenti del partito: in pole Mellarini e Fravezzi.













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