Colf mutilata dal cane, chiede 120 mila euro di danni

La donna trentina, di 42 anni, fu morsa a un orecchio dal golden retriever del suo datore di lavoro. «Ho riportato gravi danni fisici e psichici»



TRENTO. S'era chinata per controllare una macchia sul tappeto, quando è stata aggredita da un cane che le ha azzannato l'orecchio destro, staccandogliene un ampio lembo e mangiandolo. Protagonista della brutta avventura, accaduta il 20 maggio del 2009, una quarantaduenne trentina assunta come collaboratrice domestica presso l'abitazione di un medico del capoluogo. Autore della mutilazione, avvenuta nel giardino della casa, il golden retriever del professionista che ben conosceva la donna, ma che nonostante ciò l'ha assalita a sorpresa.

A scatenare il comportamento del cane potrebbe essere stato un movimento della poveretta che, con dolcezza, aveva cercato di evitare che l'animale finisse sulla macchia. Alla scena aveva assisitito inorridita una vicina di casa che s'era subito prodigata nei soccorsi, prima che la poveretta si rivolgesse all'ospedale Santa Chiara, dove le erano stati subito applicati dei punti di sutura, funzionali alle future operazioni di chirurgia estetica.

Interventi che secondo il dottor Paolo Cristofolini, specialista in chirurgia plastica, saranno almeno 4 o 5 nell'arco di circa dua anni al costo medio di circa 3 mila euro ciascuno. Una bella somma, dunque, ma che non rappresenta l'unico problema. Da quel 20 maggio, infatti, per la quarantatreenne è iniziato un vero e proprio calvario, perché l'attacco del cane non aveva lasciato solo un'orrenda ferita sul suo corpo. La donna ha dovuto rivolgersi ad uno psicologo - con una spesa di quasi milla e 500 euro - a causa di uno stato di un forte disagio e di un'ansia sempre elevata. Ricordi del'episodio, alterazioni dell'umore, irritabilità, sonno disturbato, una forma depressiva legata alla frustrazione professionale causata dall'abbandono del lavoro.

Senza contare i problemi causati dalla mutilazione esteticamente rilevante. E così, la signora s'è rivolta all'avvocato Claudio Tasin per ottenere in sede civile giustizia e un risarcimento stimato in 120 mila euro per i gravi danni estetici e le conseguenze piscologiche. L'assicurazione del proprietario del cane, infatti, ha subito fatto orecchio da mercante ad ogni istanza e il medico, che pur s'era subito prodigato per aiutare la sua dipendente, fino ad ora ha versato solo 6 mila euro come acconto per le spese sostenute dalla signora, negando però ogni richiesta di risarcimento. L'udienza è stata fissata nel prossimo maggio.

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