Cles, crollo pensilina senza responsabili
Il giudice per le indagini preliminari ha archiviato il procedimento a carico dell’impresa costruttrice, la Cisba srl
CLES. Per il crollo della pensilina della stazione di Cles non ci sono responsabilità della ditta costruttrice, la Cisba srl. Il giudice per le indagini preliminari, Michele Maria Benini, ha infatti disposto l'archiviazione del procedimento che era stato avviato dalla Procura della Repubblica di Trento all'indomani del fatto con l'iscrizione nel registro degli indagati del titolare dell'impresa, l'imprenditore clesiano Gregorio Gabos.
La richiesta di archiviazione era stata inoltrata lo scorso mese di gennaio dal pubblico ministero Alessia Silvi a seguito delle indagini svolte dal consulente tecnico della Procura, l'ingegner Zonta, perizia da cui “non erano emersi elementi di rilievo penale nei confronti del costruttore ma profili di gravi negligenze imputabili esclusivamente al progettista dell'opera, non iscritto nel registro degli indagati perché già deceduto”. Conclusioni che il giudice Benini ha fatto proprie decretando che sulla base delle conclusioni del consulente tecnico, il crollo della pensilina era dovuto “a difetto di progettazione delle colonne riconducibile ad imperizia da parte del progettista, già deceduto, senza coinvolgimento degli attuali indagati”.
Parola fine dunque per quanto riguarda le responsabilità penali per il cedimento della pensilina della stazione Trento - Malé di Cles, che nel pomeriggio di domenica 2 settembre dell’anno scorso (fortunatamente senza provocare danni significativi alle persone) era caduta sopra cinque pullman della Trentino Trasporti erano parcheggiati sotto e, grazie alla giornata festiva, senza passeggeri a bordo. Una fortuna infatti che il crollo sia capitato di domenica quando i pullman in sosta erano vuoti, il bar chiuso e pochissime le persone in transito. In un giorno di normale movimento poteva essere un tragedia.
Il progetto della pensilina della stazione collassata risale al 1982 (come risulta dalla documentazione depositata in Comune) a firma dell'ingegner Roberto Pellegrini (deceduto da tempo). La Cisba aveva eseguito i lavori l'anno dopo, dunque giusti trent'anni fa. Per stabilire le cause del crollo e di conseguenza le responsabilità, il Pm Alessia Silvi aveva messo sotto sequestro i tre pilastri che sostenevano il pesante manufatto. Le colonne, che apparivano letteralmente sbriciolate, erano state subito imbragate dai vigili del fuoco e poste a disposizione dei periti nominati dalla Procura e che hanno ora consentito al giudice di escludere responsabilità del costruttore.