l’iniziativa

Ciclabile Povo-Villazzano, continuano le proteste: una lettera su ogni albero contro l’abbattimento

Sono 900 le firme raccolte per chiedere la salvaguardia del filare che costeggia il campo sportivo di Gabbiolo. La proposta: «Spostare la ciclabile sull’altro lato della strada»

IMMAGINI: Ecco le lettere e le poesie affisse sui bagolari



POVO. Un pensiero per ogni albero destinato all’abbattimento per dare spazio alla ciclabile Povo Villazzano.

L’iniziativa organizzata da Renata di Palma e denominata “A difesa degli alberi”, si è svolta nei giorni scorsi nonostante il maltempo. La vicenda è nota ed interessa la fila di bagolari di circa 40 anni che costeggia il campo sportivo di Gabbiolo che il progetto della ciclabile prevede di abbattere, ipotesi contro la quale sono state raccolte più di 900 firme, registrando la mobilitazione di molti cittadini.

Ecco le lettere e le poesie affisse sui bagolari di Gabbiolo

Lettere, poesie, riflessioni sul valore degli alberi e della loro convivenza con l'essere umano. Così i cittadini di Povo, contrari all'abbattimento del filare di alberi che costeggia il campo sportivo per fare spazio alla nuova ciclabile, hanno manifestato proponendo ancora una volta di tutelare le piante

«Una scelta insensata – sottolinea Aldo Giongo, verde storico di Povo che ha partecipato alla manifestazione – perché basterebbe proseguire sull’altro lato della strada, allargando la carreggiata dello spazio sufficiente e che sarebbe disponibile».

Un altro problema, nota Giongo, è che per passare dalla parte degli alberi è previsto un rischioso attraversamento della strada provinciale.

«L’abbattimento dei bagolari viene giustificato per creare la larghezza minima di 4 metri e mezzo, ma solo in quel tratto – prosegue –  Infatti dopo pochi metri si procederà in deroga con 3 metri di larghezza perché non è possibile demolire il muro di contenimento. Infine non dimentichiamoci che la ciclabile al semaforo in fondo alla Provinciale, finirà nel nulla».

Con l’occasione è stata ribadita anche l’ipotesi alternativa, ovvero il passaggio sull’altro lato della strada che permetterebbe di salvaguardare gli alberi cresciuti in 40 anni.













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