Ci sono 1.756 castagni nei boschi del perginese

Concluso il censimento dell’agronomo Faletti: il 10% degli alberi sta morendo A Castagné ci sono 903 piante delle quali 45 sono dichiarate «monumentali»


di Roberto Gerola


PERGINE. Sono 1.756 le piante di castagno censite sul territorio comunale di Pergine. Per questa operazione commissionata l’anno scorso all’agronomo Paolo Faletti dal Comune (ci hanno partecipato anche i forestali) sono state considerate solo le aree significative (76) ed i risultati ottenuti hanno dato un quadro molto eloquente.

L’argomento è stato trattato l’altra sera come primo appuntamento della serie (oggi sul miele e domani ancora sul castagno come pianta multifunzionale) proposta nell’ambito della Festa d’Autunno con ricci e api, che culminerà sabato e domenica.

La prima serata ha visto relatori Stefano Pradi (presidente Coop Castanicoltori) che ha portato l’esperienza di Centa S. Nicolò dove l’attività di settore va avanti da 14 anni, poi appunto Paolo Faletti, quindi Stefano Delugan e Giorgio Maresi che ha parlato dello stato di salute dei castagni in generale. 1.756 piante censite, dunque che poi sono state suddivise secondo vari criteri per avere un quadro generale della situazione ai fini anche di un recupero dell’attività come “mercato di nicchia” oltre che di tutela dell’ambiente. Per ogni pianta una scheda (e un punteggio) secondo la posizione in mappa, le caratteristiche, dove cresce e il possibile recupero. Per esempio, 356 sono piante morte e irrecuperabili, 21 producono castagne, 1.247 invece producono marroni, le altre 132 sono “dubbie”. Poi, 903 piante sono nella zona di Castagné (l’unico toponimo in Trentino che si rifà al castagno), però 135 sono morte; 197 a Canale (84 ko); 172 a Vigalzano (30 ko), 124 a Pergine (34), 88 a Viarago (18), 76 a Serso (34), 51 a Canezza (12), 43 a Susà (2), 39 a Costasavina (5), 26 a Ischia, 22 a Madrano (2), 15 a Roncogno. Altro dato interessante, ci sono 46 piante monumentali (per misura del tronco). «Una si è schiantata qualche mese fa», ha fatto sapere Faletti. Relativamente alla fase di crescita, il 65% sono vive e recuperabili (e dichiarate adulte), il 23% in declino e un ulteriore 10% irrecuperabili; il restante 2% è in allevamento. Un concetto espresso più volte ha riguardato l’interesse mostrato dalle piante (la stessa piante può avere più “interessi”: 1.338 per la produzione, 456 interesse naturalistico, 956 interesse paesaggistico, 45 monumentale, 40 ricreativo. Le piante monumentali (45) sono quasi tutte a Castagné (38). Interessante l’aspetto naturalistico (456 piante) perché: “più vecchie”, perché sono ripari per fauna, perché di legno morto, per piante - nido. La lezione ha poi riguardato gli interventi di recupero della pianta, dell’area, dell’ambiente che la circonda. Quindi, Stefano Delugan agrotecnico e castanicolture esperto. Il suo intervento ha “giocato” sulle emozioni: il castagno e il castagneto vanno curati come in agricoltura: taglio dell’erba, concimazione, potatura, trattamenti, coltivazione. Una cinquantina i presenti.

©RIPRODUZIONE RISERVATA













Scuola & Ricerca

In primo piano

Economia

Industria trentina: prosegue il calo delle assunzioni, allarme dei sindacati

I dati di ottobre dell'Agenzia del lavoro segnano un -13,8%, nei primi dieci mesi dell’anno i nuovi contratti nel manufatturiero sono scesi dell’8,9% rispetto allo stesso periodo del 2023. La perdita è compensata da posti meno qualificanti nel commercio e nell'agrcoltura. Cgil Cisl Uil chiedono alla Provincia misure più mirati e efficaci per aiutare il settore in sofferenza