Cavit, Libera eletto nuovo presidente: «Darò continuità»
Lutterotti paga l’impegno sulla produzione sostenibile Fatturato a 190 milioni (+4,4%). Boom di Altemasi
TRENTO. Cresce del 4,4% il fatturato 2018 di Cavit, arrivando a 190 milioni di euro. L'assemblea dei soci della cooperativa ha eletto a maggioranza il nuovo presidente Lorenzo Libera, che subentra a Bruno Lutterotti. A chi sottolinea la spaccatura della base sociale Cavit, accusando la dirigenza di aver “silurato” Lutterotti, Libera risponde: «Siamo in continuità, proseguiremo le azioni intraprese con il coinvolgimento dei piccoli produttori».
I NUMERI
Il presidente uscente Lutterotti delinea un anno positivo: «Il nostro fatturato è cresciuto di 7,9 milioni di euro, il 4,4%, arrivando a 190,5 milioni». Il direttore generale Enrico Zanoni indica nel mercato italiano quello che ha registrato la maggiore crescita: «Il fatturato maturato in Italia rappresenta il 23% del totale, in aumento del +3%. Significativa è la prestazione dello spumante Altemasi, cresciuto del +38%». Sul fronte internazionale, Lutterotti individua nel Nord America il mercato più redditizio: «Negli Stati Uniti Cavit è il marchio di vino italiano più diffuso e stiamo crescendo anche in Canada. In Europa, la Germania sta dando ottimi risultati, anche grazie alla crescita della nostra controllata tedesca Kessler Sekt, ma ci preoccupa la Brexit, che causa incertezze nei fornitori». Lutterotti individua una crescita nel mercato est-europeo e russo ed un primo affacciarsi sulla Cina: «Abbiamo stretto accordi con una catena cinese di distribuzione di prodotti di alta gamma». Zanoni non nutre timori sui dazi di Trump: «La viticoltura americana non è sufficiente a coprire il mercato interno, quindi Trump non ha interesse a limitare le importazioni».
IL NUOVO PRESIDENTE
L'assemblea dei 4500 soci Cavit ha eletto a maggioranza Lorenzo Libera presidente della società. Di fronte all'obiezione di non godere di un vasto seguito tra i soci, Libera ha replicato: «Rappresento la base sociale di Cavit, intendo muovermi in continuità con il mio predecessore. Commercialmente siamo in continua crescita, ma dobbiamo coinvolgere i piccoli soci, senza imporre necessariamente le scelte dall'alto. Le decisioni importanti che impattano sulla gestione delle coltivazioni vanno prese di comune accordo».
A chi sostiene che così si prendano le distanze dal modello voluto da Lutterotti che puntava sulla produzione integrata e sostenibile oltre che sulla promozione dei vini autoctoni come l'enantio, sforzo cui hanno concorso anche fondi provinciali, Zanoni ha precisato: «La valorizzazione dei vini autoctoni è un processo che richiede tanti anni, come è accaduto con il Trento Doc. Abbiamo conseguito importanti riconoscimenti come la certificazione SQNPI che certifica il protocollo volontario per la produzione integrata e sostenibile, così come il premio tedesco Weinwirtschaft che ci ha riconosciuto come la prima cantina sociale italiana per qualità enologica. Intendiamo continuare a produrre eccellenze».