Casse Rurali, Castello frena la fusione
I soci: «Cancellerebbe 100 anni di storia». Il presidente: «Se non si fa si muore»
CATESLLO TESINO. Un progetto di fusione necessario, ma che non piace a tutti quello delle Casse Rurali della Valsugana che è stato presentato ieri ai soci della Cassa di Castello Tesino. «Si tratta di decidere della sopravvivenza della Rurale - ha spiegato il presidente, Enzo Boso - tutti nel cuore vorremmo poter andare avanti da soli, ma rifiutare la fusione significa decretare la fine del nostro ente».
Parole chiare, che non lasciano alcun dubbio sul futuro dellla banca cooperativa che da più di un secolo fa parte della comunità di Castello. Ma è proprio per questo che ad alcuni tesini l'idea di una fusione che porterebbe alla nascita della Cassa Rurale della Valsugana e Tesino con un direttivo di 13 persone di cui due della Conca non piace. «Il nostro consorzio ha 115 anni ed è uno dei più antichi del Trentino, fa parte della nostra storia - ha affermato un socio - è una parte di noi che verrebbe ridotta a solo due rappresentanti su 13 consiglieri».
Obiezioni sentite da molti, che però si scontrano con una situazione sempre più avversa per le piccole realtà come quella della Cassa Rurale di Castello. «Purtroppo i fatti non ci lasciano via d'uscita - ha replicato Boso -. La crisi economica attuale e le regole sempre più restrittive stanno mettendo a rischio il funzionamento della Cassa. Per esempio fino a poco tempo fa si potevano concedere crediti fino al 25% del patrimonio netto, che per noi è solo di 10,300 milioni, tra qualche mese questa percentuale scenderà per legge al 15% mettendo in difficoltà i nostri creditori. Per questo e per altri motivi la fusione è indispensabile.
Tutto il Trentino si sta muovendo in questa direzione. È giusto avere qualche paura che non è altro che l'espressione di quanto i tesini tengano alla loro Cassa, ma ciò non non deve impedirci di guardare la realtà così com'è e di compiere una scelta ormai divenuta indispensabile». Il mondo dei soci del consorzio di Castello sembra essersi dunque spaccato tra chi è per la fusione e chi è contro. A maggio ci sarà l'assemblea straordinaria per decidere e allora si vedrà quanto è profonda questa frattura.