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Caso Pedri, 7 ore di arringa per la difesa dell'ex primario Tateo: respinta ogni accusa

Rinvio al 31 gennaio per repliche finali e decisione del gup. Il Legale Stolfi sulla ginecologa scomparsa: «Insussistente quanto contestato, perché non c'è descrizione di fatti ascrivibili a Tateo»



TRENTO. È durata sette ore l'udienza per le arringhe degli avvocati della difesa nell'ambito del procedimento con rito abbreviato per i presunti maltrattamenti nel reparto di ginecologia e ostetricia dell'ospedale Santa Chiara di Trento che vede imputati l'ex primario Saverio Tateo e la sua vice, Liliana Mereu. I legali di Tateo, gli avvocati Nicola Stolfi e Savatore Scuto, hanno confermato la posizione espressa dall'inizio del processo, rigettando ogni addebito.

"Ci siamo concentrati su due aspetti che, a nostro giudizio, viaggiano in parallelo. Da una parte vi è la contestazione della ricostruzione dei fatti effettuata dall'accusa, ribadendo come non vi sia stato alcun tipo di maltrattamento all'interno del reparto, la cui organizzazione era caratterizzata da una struttura gerarchica di tipo universitario, senza alcun tipo di familiarità o parafamiliarità da parte dei professionisti che vi operavano. Dall'altra abbiamo evidenziato la mancanza di condotte maltrattanti da parte di Tateo", ha spiegato, al termine, l'avvocato Stolfi.

A quanto appreso dall'ANSA, i due legali hanno affrontato anche la questione della scomparsa della ginecologa di 31 anni, originaria di Forlì, Sara Pedri, inserita dalla Procura tra le 21 persone offese. "In questo caso, abbiamo solo rilevato l'insussistenza di quanto contestato, in quanto non c'è descrizione di fatti ascrivibili a Tateo", ha concluso Stolfi. L'udienza è stata aggiornata al prossimo 31 gennaio. In quella data sono previste le repliche delle parti e la lettura della decisione del gup Marco Tamburrino in camera di consiglio.













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