Casa: il mercato riprende, ma piano
Le compravendite del residenziale in aumento dell’11 per cento ma a prezzi più bassi. Il “nuovo” a Trento venduto a 3200 euro al metro
TRENTO. Galileo davanti all’Inquisizione che lo aveva costretto all’abiura aveva esclamato «eppur si muove». La stessa cosa la dicono con spirito speranzoso gli agenti immobiliari guardando al mercato. Dopo otto anni consecutivi di crisi, durante i quali le compravendite in tutta Italia sono crollate da 850 a 450 mila, da un paio d’anni il mercato ha rialzato la testa, ma timidamente. I volumi sono ancora bassi rispetto agli anni buoni e anche i valori cui vengono vendute le case sono in calo e anche di parecchio.
Ma nel complesso, gli agenti vogliono essere ottimisti, anche se ancora i segnali sono contraddittori e troppo deboli per parlare di ripresa. Il presidente della Fimaa, gli agenti che aderiscono all’Unione Commercio, Severino Rigotti ha riunito i rappresentanti dei vari distretti, oltre ai rappresentanti dell’Agenzia delle Entrate Paolo Borzaga e Luigi Dal Rosso e al notaio Arcadio Vangelisti, per mettere a fuoco quello che si sta muovendo nel settore.
Rigotti è prudente: «I segnali di una piccola ripresa ci sono. Vediamo se tiene oppure se il mercato tornerà a stagnare. Per dare l’idea di come il mercato immobiliare in Italia soffra da anni basti pensare che prima della crisi, nel 2007 c’erano 850 mila compravendite, mentre nel 2015 ce ne sono state 450 mila. Di queste, passano da noi mediatori circa la metà».
Il rappresentante dell’Agenzia delle Entrate ha dato i dati precisi del primo quadrimestre 2016 confrontati con l’anno scorso: «In Trentino ci sono state 2143 compravendite di immobili a uso residenziale, mentre nello stesso periodo del 2015 erano state 1934. L’aumento, quindi, è del 10,81 per cento. Andando a guardare i singoli uffici sul territorio, abbiamo notato un aumento del 140 per cento a Tione, che è il distretto che ha fatto segnare l’aumento maggiore, e un calo del 5,94 a Cles».
Passando ai valori, Borzaga ha dato, che lui stesso ha invitato a prendere con le molle, che indica un calo del 6 per cento del valore, rispetto agli anni prima della crisi, per quanto riguarda il nuovo. Un calo che sale anche al 30 per cento sull’usato. «Una bagno di sangue», lo ha definito Rigotti. Il notaio Vangelisti ha sottolineato come anche i dati dei notai siano in linea con un aumento dei mutui superiore al 15 per cento. Parte di questa quota è costituita da surroghe, ovvero la trasformazione dei vecchi mutui grazie al calo del costo del denaro. Proprio questo è uno dei fattori su cui punto gli agenti immobiliari per sperare in una ripresa.
Ieri, però, si sono levate molte voci contro le banche accusate di concedere mutui solo a chi può offrire garanzie in abbondanza: «Adesso non si accontentano della firma dei genitori, ma ipotecano non solo la casa acquistata, ma anche quella di mamma e papà», ha detto Rigotti. Non solo, le banche sono state accusate di non sostenere a sufficienza le imprese edili e questo ha portato al fatto che ormai le compravendite immobiliari sono al 95 per cento tra privati.
Altro dato che è stato fornito riguarda i valori. Per il nuovo c’è una sostanziale tenuta a Trento con prezzi che arrivano a 3200 euro al metro. Per l’usato, invece, un calo anche del 30 per cento.