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Caro affitti: gli studenti tornano a protestare anche a Trento

"Non siamo stati ascoltati né dal governo locale né dal governo nazionale", ha affermato il coordinatore di Udu, Luca Pistore, spiegando perché gli studenti hanno scelto di riprendere le proteste iniziate questa primavera. Cgil, Cisl e Uil del Trentino a fianco dei giovani



TRENTO. Gli studenti universitari di Trento sono tornati a manifestare contro il caro affitti. Lo hanno fatto davanti alla facoltà di Sociologia, dove sono state piantate due tende e dove è stata lanciata l'indagine sulla situazione abitativa tramite un questionario promosso a livello nazionale i cui dati saranno usati anche a livello locale.

"Non siamo stati ascoltati né dal governo locale né dal governo nazionale", ha affermato il coordinatore di Udu, Luca Pistore, spiegando perché gli studenti hanno scelto di riprendere le proteste iniziate questa primavera. Le tende sono state collocate non a caso a Sociologia.

"Sociologia è nata per essere una facoltà aperta a tutto e a tutti, non solo alle classi medio-alte ma anche alla classe media e alla classe operaia. Ed è da qui che sono partite le rivendicazioni del Sessantotto. Da qui dobbiamo continuare a chiedere risposte", ha aggiunto il coordinatore di Udu.

In Consiglio nazionale degli studenti, ha spiegato la rappresentante Claudia Sofia Scandola, sono state avviate delle "interlocuzioni con il ministro Bernini". Parlando dei fondi del Pnrr, Scandola ha affermato "che la maggior parte dei fondi dedicati a studenti e studentesse sono andati a finire ad enti privati".

"Sicuramente - ha detto - costruire nuovi studentati è positivo a prescindere, ma gli studenti non hanno bisogno di nuove camere a 500 o 600 euro al mese. Abbiamo bisogno di posti di alloggio pubblici per studenti e studentesse che in questo momento sono idonei alla borsa d'alloggio, ma non possono usufruire di un posto di alloggio di Opera universitaria perché in questo momento non c'è posto per loro". All'iniziativa è intervenuta anche Manuela Faggioni di Sunia Cgil. "Con la massima forza - ha affermato - supportiamo la vostra battaglia, e con il questionario messo a disposizione cercheremo di supportare con dati sufficienti la discussione con la nuova Giunta provinciale". 

Cgil, ma anche Cisl Uil del Trentino, infatti, tornano a fianco delle studentesse e degli studenti dell'Università di Trento per esigere il diritto a studiare. Una protesta - sottolinea una nota unitaria dei sindacati - che ha visto protagonisti i giovani in moltissimi atenei italiani. "Non ci si può limitare a dire che la formazione delle giovani generazioni è importante per il futuro delle nostre comunità quando poi non si fa nulla o molto poco per tradurre in impegno concreto queste affermazioni. L'impossibilità di trovare un alloggio se non a prezzi elevatissimi, che solo poche famiglie possono permettersi, vuol dire limitare il diritto allo studio. Così come non investire sull'Università, con risorse adeguate, e sull'opera universitaria per il potenziamento degli alloggi è limitare il diritto allo studio. Abbiamo letto che per il presidente Fugatti questi non sarebbero temi da campagna elettorale. Crediamo, invece, che tutte le questioni che toccano la vita delle persone lo siano", hanno ribadito Manuela Faggioni, Michele Bezzi e Walter Alotti. Un problema, quello del caro affitti per gli universitari - si legge nella nota - che riguarda l'intera collettività. "È solo un'altra faccia dell'emergenza abitativa che grava sul Trentino", insistono i sindacalisti ricordando che dare risposta agli studenti e alle loro famiglie con un sistema di alloggi pubblici alleggerirebbe la pressione sul mercato immobiliare, mitigando gli aumenti dei prezzi. "Se ci fossero più case pubbliche per le famiglie e più alloggi pubblici per gli universitari, si determinerebbe un sistema "calmiere" sul mercato a vantaggio non solo delle fasce più deboli, ma anche del ceto medio e delle tante lavoratrici e lavoratori che non trovano un'abitazione corrispondente alle loro capacità di spesa". Le tre confederazioni rimarranno vicino agli studenti e sosterranno la loro mobilitazione. Infine Cgil, Cisl e Uil chiedono all'Opera universitaria di valutare la possibilità di effettuare manifestazioni di interesse sul mercato immobiliare per attivare partenariati pubblici/privati e aumentare l'offerta di alloggi per gli studenti.













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