Carcere di Trento, il sindacato denuncia: «Mancano 60 dipendenti, eventi critici in aumento»
Per l’Osapp l'organico è sottodimensionato del 25% (foto Ansa)
TRENTO. È "pessima" la situazione dell'organico nella Casa circondariale di Trento. Lo ha detto Leo Beneduci, segretario generale dell'Organizzazione sindacale autonoma polizia penitenziaria (Osapp), in un punto stampa davanti al carcere di Spini. "Dovrebbe esserci un organico teorico di 225 unità, mentre ce ne sono 163 al momento. Manca più o meno il 25% del personale, mentre c'è un 25% in più di popolazione carceraria: 309 uomini e 36 donne rispetto ai 240 previsti", ha detto Beneduci.
"Sappiamo che in manovra di bilancio, a livello governativo, c'è una norma che dovrebbe aumentare l'organico di 250 unità nette, non in base ai pensionamenti, per i prossimi quattro anni - ha aggiunto Beneduci -. Non sappiamo quanti agenti potrebbero arrivare a Trento, ma se consideriamo che mancano 60 unità ci chiediamo quando mai verranno colmate".
Il sindacato lamenta "una situazione insostenibile" anche per quanto riguarda i turni degli agenti di polizia penitenziaria. "Il turno massimo dovrebbe essere di nove ore, ma si contano anche turni di dodici ore. Il problema è che si accumulano ore di straordinario non pagate, riposi non fruiti e ferie degli anni precedenti", ha affermato Beneduci. Maurizio La Porta, delegato nazionale Osapp, ha parlato di "circa 150-170 eventi critici nel 2022 nella casa circondariale di Trento, un 15% in più rispetto all'anno scorso, mentre l'anno più difficile rimane comunque quello del Covid. Gli eventi critici - ha precisato poi - comprendono non soltanto le aggressioni, ma anche barricamenti e tentati suicidi. Il più grave è avvenuto a ottobre, nella sezione femminile, mentre il mese scorso un poliziotto è stato aggredito da un detenuto ed è dovuto ricorrere alle cure sanitarie". "Speriamo - ha aggiunto poi Beneduci - che il nuovo ministro della Giustizia, Carlo Nordio, il quale, essendo un ex magistrato, finora si è occupato solo di giustizia, inizi a comprendere che il percorso del tribunale non si ferma alle aule di giustizia, ma continua qui, in carcere. E se questo carcere produce soggetti peggiorati, chi ne subisce le conseguenze siamo in primo luogo noi, la polizia penitenziaria, ma successivamente anche tutti i cittadini". (ANSA). YNN-VAL