il caso

Carcere di Bolzano, chiusa la sala web: contatti con l’Isis

La situazione è stata segnalata alla Procura della Repubblica. Scattata un’indagine interna



BOLZANO. All’interno del carcere di Bolzano alcuni detenuti utilizzavano la sala dotata di linea Adsl e computer per collegarsi in internet con siti inneggianti allo Stato islamico del Califfo e alle stragi compiute recentemente sempre in nome dell’Isis. Sono stati i controlli periodici disposti per motivi di sicurezza dall’amministrazione penitenziaria a livello nazionale a far emergere una situazione considerata potenzialmente pericolosa.

Di qui la decisione di intervenire chiudendo la sala e segnalando quanto accaduto alla Procura della Repubblica. All’interno del carcere intanto è stata avviata un’indagine per individuare con certezza i detenuti autori delle connessioni.

La chiusura della sala computer è stata confermata ieri anche alla delegazione bolzanina del partito radicale (Donatella Trevisan, Achille Chiomento, Elena Dondio e Umberto Adami) che ha effettuato una visita alle varie sezioni. La situazione generale è decisamente migliorata rispetto a qualche anno fa, anche se la struttura è fatiscente e le risorse dello Stato sono tutte riservate al nuovo istituto penitenziario (progettato in zona Agruzzo) che dovrebbe essere pronto (salvo intoppi burocratici) entro la fine del 2018.

L’impressione ottenuta dalla delegazione radicale è comunque sostanzialmente positiva. Certo, un carcere è sempre un carcere ma la presenza di un numero sensibilmente inferiore di detenuti rispetto al passato ha eliminato le tensioni di un tempo.

Attualmente nel carcere bolzanino sono rinchiusi 92 detenuti a fronte di una capienza della struttura di 105 posti. La differenza rispetto alle presenze di qualche anno fa (anche sino a 180 detenuti) è facilmente riscontrabile. Le norme “svuota-carceri” del governo Renzi se da un lato hanno prodotto un senso di maggiore impunibilità rispetto alla microcriminalità, dall’altra hanno risolto in poche settimane i problemi di sovraffollamento.

In un comunicato diffuso ieri al termine della visita, la delegazione radicale ha fatto comunque presente che «le condizioni di vita all'interno del carcere bolzanino continuano ad essere negativamente influenzate dalla fatiscenza della struttura e dalla scarsità di fondi messi a disposizione». E, come sempre, c’è il problema del personale ancora decisamente sotto organico.













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