Calo di natalità, scattano le contromosse
La giunta provinciale vuole rispondere con affitti e mutui agevolati per case destinate alle nuove famiglie
TRENTO. In Trentino la situazione è migliore rispetto al resto d’Italia ma il segno rosso, che certifica il calo dei nati, è presente in tutte le zone della Provincia. Culle sempre più vuote e la tabella che appare in questa pagina spiega meglio di mille parole un problema che conosceva assai bene la giunta precedente e che quella attuale - assicura - si appresta a contrastare con una serie di provvedimenti ad hoc (già annunciati dal governatore Maurizio Fugatti nel suo programma elettorale) pronti per essere attivati nei prossimi mesi. Ma c’è anche chi nota come un buon 30 per cento dei nuovi nati sia figlio di famiglie di origine extracomunitarie, ponendo dunque il governo provinciale leghista di fronte a qualche considerazione politica sul come contrastare lo spopolamento dei territori periferici.
L’assessora alla famiglia, e alla salute, Stefania Segnana (Lega) ha naturalmente presente il problema: « In effetti dai dati che l’Azienda sanitaria ha comunicato nel primo giorno dell’anno si nota un calo delle nascite preoccupante. Le istituzioni non possono non porre quindi la giusta attenzione a questo tema, anche se è chiaro che non sarà così facile e scontato riuscire a invertire, o almeno fermare, questo trend negativo. Durante il Festival della famiglia tenutosi a dicembre sono scaturite una serie di idee e suggerimenti al riguardo e a breve presenteremo un progetto sulla famiglia» osserva.
Come si muoverà l’esecutivo? «Alcune iniziative che possono e vorremmo mettere in atto sono ad esempio incentivare i giovani ad uscire di casa con un contributo sugli affitti oltre che al contributo sull’acquisto della prima casa. Aiutare i giovani a diventare indipendenti può agevolare anche la formazione di una famiglia. Tra le proposte vi è anche un contributo continuativo dal secondo figlio in poi e il sostegno per la retta dell’asilo nido, con l’idea di renderla gratuita» osserva ancora Segnana.
Dunque una giovane coppia può sentirsi più tranquilla e decidere di avere un figlio se troverà prima una casa. Per il Consigliere di Parità Emanuele Corn questo diventa ancora più vero se la mamma avrà anche un lavoro: « Non si tratta, però, solo di concedere benefici a lavoratrici e lavoratori dipendenti: la “ricetta” per aumentare i tassi di natalità non è così semplice. La sfida, per gli assessori Segnana e Spinelli, sarà certo quella di superare la logica dei bonus, spingendo con decisione sull’acceleratore dell’occupazione femminile. Quella delle misure di conciliazione (lo hanno messo in luce anche alcuni seminari nel recente festival della famiglia di Trento) è, infatti, una coperta corta: nessun Paese in Europa ha un sistema di welfare astrattamente migliore di un altro: anche in Germania, per esempio, la maternità obbligatoria è di soli 3 mesi e mezzo, contro i 5 previsti dalla legge italiana» osserva Corn. Sia l’ex governatore Rossi che l’attuale Fugatti avevano inserito nel proprio programma elettorale il concetto che una famiglia che scelga di fare figli debba essere affiancata in modo continuativo, negli anni, superando il concetto di aiuti spot, tipo bonus bebè.(g.t.)