Cadine, storia del Forte dimenticato

Restauro non ultimato, 2 milioni spesi e un centro informativo mai nato



TRENTO. All'inizio il progetto era ambizioso: trasformare quell'affascinante esempio di architettura militare dell'impero austroungarico nel centro informativo sulla grande guerra. Era il 2003 e la Provincia mise sul piatto 1,5 milioni. Otto anni dopo (oggi) il progetto è abortito. Non solo restauro e allestimenti non sono ancora ultimati, ma il forte non sarà nemmeno quel «cuore» informativo sul primo conflitto a cui era stato pomposamente destinato. 15 ottobre 2003. E' la data in cui il Servizio beni culturali della Provincia diede il via libera al progetto relativo al restauro per il recupero e la valorizzazione del Forte «Strassensperre» di Cadine. Il Forte del «Bus de Vala», come lo conosciamo tutto. Un tempo era impossibile non notare quella struttura militare dalle minuscole finestre ricavate dentro un muro grigio e impenetrabile. Era impossibile perché la statale della Gardesana ci passava in mezzo. Oggi lo Strassensperre è come se non esistesse più, relegato in un angolino quasi invisibile dalle gallerie di Cadine. Fu per ridare «dignità» a questo manufatto decaduto che la Provincia decise di investire un milione e mezzo di euro e di ristrutturarlo. Non solo. Il Forte di Cadine doveva diventare qualcosa di più, un riferimento informativo a livello provinciale delle opere legate alla grande guerra, con percorsi interni studiati nei dettagli per accogliere migliaia di visitatori. Il progetto, però, partì già con il piede sbagliato. Subito vennero adottate un paio di varianti (per la verità di tipo normativo) a cui si accompagnarono alcuni adeguamenti di compensi dovuti a ingegneri e architetti a causa del lievitare delle spese. Nel 2005 la Soprintendenza per i beni architettonici decise di affidare al signor Sergio Camin l'incarico di ideazione e redazione del progetto per l'allestimento del «Centro informazione delle fortificazioni trentine» con sede proprio al Forte di Cadine. Camin presentò un progetto dettagliato dal costo complessivo di 43.680 euro approvato con una determinazione del dirigente Sandro Flaim. I lavori di ristrutturazione, intanto, proseguivano fra mille difficoltà tanto che in pochi anni si arrivò alla quinta variante in corso d'opera. A rendere difficoltosi i lavori vennero rilevate alcune infiltrazioni dal terreno che obbligarono l'azienda appaltatrice ad un surplus di lavoro che - inevitabilmente - si è ripercosso sui costi dell'opera che nel luglio del 2009 sono stati valutati in 1,8 milioni di euro. Il 13 giugno 2007 come data di consegna dei lavori (come è evidente) non è stata rispettata e tra varianti e proroghe dei termini di consegna siamo arrivati al 2011 senza che il forte sia operativo. Di recente (novembre 2010) il Servizio prevenzione rischi ha approvato un progetto relativo ai lavori per la difesa da crolli rocciosi della parete sovrastante il forte austroungarico. Impegno di spesa 28 mila e 600 euro. Ma la vera beffa per il Forte dimenticato è arrivata il 31 gennaio scorso quando a Rovereto - in occasione del bilancio di un anno e mezzo della rete «Trentino Grande Guerra» - l'assessore alla cultura Franco Panizza ha annunciato: «Il Forte di Cadine non sarà più il centro informativo provinciale sul primo conflitto mondiale». «Resterà un punto informativo - spiega oggi Panizza - ma più ridimensionato. Vi faremo spettacoli teatrali, mostre o visite per le scuole. Del resto l'accesso alla struttura è difficoltoso e - diciamocelo - la posizione non è delle più felici».













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