Cade il Cessna: muore pilota 

Riccardo Avi, 70 anni, era partito da Bolzano. Ferita gravemente l’allieva Tanja Kofler 


di Mara Deimichei


TRENTO. Un volo didattico, da Bolzano con passaggio a Vicenza e Padova e ritorno a Bolzano. Ai comandi Riccardo Avi, altoatesino trasferito nel trevigiano di 70 anni, e con lui Tanja Kofler, 30enne di Lana, l’allieva. La partenza alle 10.05 dall'aeroporto di Bolzano. Dopo circa mezz’ora il Cessna 152 si trova fra la val di Cembra e l’altipiano di Piné. C’è il monte Croce sa superare, ma a quota 2.188 succede qualcosa, un imprevisto. E l’aereo si schianta al suolo. Avi muore sul colpo, Kofler viene estratta con difficoltà dalle lamiere e portata con l’elisoccorso al San Maurizio di Bolzano. Le sue condizioni sono critiche, ma è viva.

Erano le 10.38 quando l’allarme è partito dalle cime della catena del Lagorai. Allarme rosso: i testimoni hanno raccontato agli operatori del 112 di un aereo che era in volo e che era schiantato contro le rocce, tra il Doss di Cirmi e il monte Croce, in località malga Casarine, comune di Bedollo Immediata la risposta. Da Mattarello si è levato in volo l’elisoccorso con il supporto di un mezzo tecnico, mentre da Bolzano decollava un Pelikan. Intanto partivano uomini e messi dalla caserma dei vigili del fuoco i vigili del fuoco permanenti di Trento, i volontari di Bedollo e Baselga di Piné, gli uomini del Saf e quelli del soccorso alpino. Una corsa contro il tempo per cercare di arrivare il prima possibile. La zona dello schianto è impervia, a quasi 2.200 metri. I primi ad arrivare sono i soccorritori portati in quota con gli elicotteri. La scena che appare ai loro occhi è terribile. Il velivolo è accartocciato, si distinguono bene solo le ali, lesionate pure quelle. Fra le lamiere i due corpi. Tanja Kofler è viva, la si estrae in sicurezza ma nel minor tempo possibile. Riccardo Avi, invece, e lo si capisce subito, è già morto. Il suo corpo riverso nel posto del pilota è immobile, per lui non c’è più alcuna possibilità di far ripartire il cuore.

La ragazza viene immediatamente sottoposta alle prime cure. Le sue condizioni appaiono critiche, ha riportato diversi traumi. Viene intubata e poi caricata su un elisoccorso. La sua destinazione è il San Maurizio di Bolzano. Ad attenderla i sanitari del reparto di rianimazione dove è ricoverata dopo una serie di accertamenti. Il quadro clinico è complesso, la prognosi è assolutamente riservata e le prossime ore saranno cruciali per capire quali saranno le conseguenze fisiche per la trentenne di Lana. Intanto sul monte Croce continuano le operazioni di vigili del fuoco e soccorso alpino. Con loro anche i carabinieri che seguiranno le indagini. Un’indagine penale parallela a quella Agenzia nazionale per la sicurezza del volo. C’è un via vai di uomini fra una sorta di campo base, allestito ben dopo l’abitato di Brusago dove la strada sterrata finisce. Il brutto tempo si abbatte sulla zona nel primo pomeriggio, arriva anche la grandine e si devono sospendere i voli tecnici. Poi viene estratto anche il corpo del pilota e ricomposto alla camera mortuaria. Ci sono i rilievi da fare, c’è la necessità di raccogliere tutto il materiale che servirà nell’indagine per capire come sia stato possibile il tragico incidente. I carabinieri hanno iniziato a sentire dei testimoni, gli escursionisti che si trovavano nella zona e che hanno dato l’allarme. Avevano notato il Cessna che perdeva quota e poi avevano sentito il rumore dello schianto. Avi avrebbe tentato un atterraggio di emergenza, cercando di arrivare su una zona ghiaiosa ma la manovra non è riuscita. Una dinamica semplice della sua drammaticità che potrebbe essere conseguenza di un problema tecnico del velivolo. D’altra parte Avi aveva un sacco di ore alle spalle, era un istruttore note e conosciuto, capo istruttore della scuola di volo di Treviso. E in passato era stato pilota di linea: i cieli per lui non avevano segreti. Questa mattina sul monte Croce ci sarà una seconda ricognizione da parte degli investigatori. Torneranno in quota, assieme ai vigili del fuoco, i carabinieri della Compagnia di Borgo e con loro ci sarà anche un ingegnere dell’Agenzia nazionale per la sicurezza del volo. Anche i suoi rilievi saranno fondamentali per poter capire cosa è successo nel cielo, sopra al Lagorai ieri mattina.













Scuola & Ricerca

In primo piano

Podcast

Il Trentino nella Grande Guerra: gli sfollati trentini spediti in Alta Austria

Venezia e Ancona vengono bombardate dal cielo e dal mare. A Trento viene dato l’ordine di abbandonare il raggio della Regia fortezza, con i treni: tutti gli abitanti di S. Maria Maggiore devono partire. Lo stesso vale per Piedicastello e Vela, così come per la parrocchia Duomo. Ciascuno può portare con sé cibo e vetiti per 18 kg. Tutto il resto viene lasciato indietro: case, bestiame, attrezzi, tutto. Gli sfollati vengono mandati in Alta Austria. Rimarranno nelle baracche per 4 lunghi anni.