Cacciatori, sì alla convivenza con orsi e lupi
Pezzato: «Interventi sui casi problematici». Battaglia con gli animalisti sulla licenza nei parchi naturali
TRENTO. L'annuale assemblea dei rettori delle 209 riserve di caccia distribuite sul territorio provinciale è stata anche la prima uscita ufficiale del neopresidente dell'Associazione Cacciatori Carlo Pezzato. E le conclusioni della sua relazione diventano quindi le linee guida per il futuro dell'associazione stessa, su due livelli paralleli. Il primo interno, volto al potenziamento della formazione con l'auspicio che il nuovo direttivo possa essere composto da venti cacciatori uniti e non ancora espressione di liste contrapposte. Mentre all' esterno la comunicazione dovrà essere più incisiva: si attiveranno studi con la Fondazione Mach, si dovrà attuare un programma di sicurezza stradale in coincidenza dei corridoi faunistici. Auspicabile un riavvicinamento con l'Unione Cacciatori: «All'80% parliamo la stessa lingua, non dovrebbe quindi essere impossibile dialogare». Pezzato si è dichiarato favorevole alla convivenza con i grandi carnivori, orso e lupo, ma con la necessità di intervenire sui soggetti problematici: «Non lo dovranno fare i cacciatori, ma sarà necessario un intervento specializzato». Mentre per i lupi saranno da mappare le aree nelle quali ci potranno essere e dove no: «Il modello deve essere quello della Francia dove i lupi sono decisamente meno ma vivono in ambiti territoriali ben definiti. Da noi li abbiamo lasciati proliferare».
Affondo polemico nei confronti di una Provincia, «che incamera il 90% di quel milione e centomila euro di tasse governative relative alla licenza di porto d'arma, ma che dal 2013 ha solo confermato lo stesso contributo». «La convenzione in essere andrà a scadere a giugno e quindi questo è il momento della ritrattazione». Il contesto nel quale operano i cacciatori trentini è del tutto cambiato. Sono calati i permessi da 6962 a 6522 (-7,3%), tanto che talune riserve si ritrovano con poche unità attive. Su tutta l'attività «pesa come un macigno l'ordinanza del Tar che ha accolto il ricorso di Lipu e Pan Eppaa che solleva l'eccezione di costituzionalità del permesso di caccia nei parchi naturali»: il riferimento è ad una legge nazionale che secondo Pezzato «non è applicabile in Trentino dove tra parchi e aree protette si parla di una superficie di 80mila ettari, il 30% del territorio provinciale». (d.p.)