Caccia chiusa nelle aree più innevate
Doppiette ferme in otto distretti faunistici. Stagione finita in anticipo per Alta Val di Non, Alta Valsugana, Destra Val di Non, Fassa, Fiemme, Pergine-Piné Val dei Mocheni, Rendena e Val di Sole. «Scelta etica, ungulati in difficoltà»
Trento. Negli otto distretti dove le nevicate sono state abbondanti, la caccia al cervo e al capriolo è stata chiusa in anticipo. Doppiette ferme dunque in Alta Val di Non, Alta Valsugana, Destra Val di Non, Fassa, Fiemme, Pergine-Pinè-Val dei Mocheni, Rendena e Val di Sole. L'Associazione Cacciatori Trentini, «considerata l'intensa perturbazione che ha interessato nei giorni scorsi il territorio provinciale e la grande quantità di neve al suolo», ha deciso di chiudere, a partire da domani, per garantire la necessaria informazione ai cacciatori associati.
«Una scelta gestionale ed etica - spiega l’associazione dei cacciatori - che «è stata assunta in base al ruolo di Ente gestore delegato dalla Provincia alla gestione di queste due specie, nella consapevolezza che la conservazione delle popolazioni di ungulati presenti sul territorio provinciale debba opportunamente considerare eventi meteorologici eccezionali come quelli registrati nei giorni scorsi in alcune zone del territorio provinciale. Non si è trattato tuttavia solo di una soluzione gestionale, ma anche di una scelta dettata da principi di etica venatoria presenti nel patrimonio culturale del cacciatore di montagna. Ci si è infatti chiesti se nelle situazioni in cui gli animali si trovano in forte difficoltà per l’eccezionale spessore del manto nevoso la caccia, almeno quel tipo di caccia proprio Destra della tradizione venatoria trentina, non rischiasse di trasformarsi in un qualcosa d’altro, magari ancora giustificabile sotto il profilo strettamente gestionale, ma certo lontana da quella figura del cacciatore come “primo tutore” della fauna che i fondatori della nostra associazione si ponevano come obiettivo e che intendiamo mantenere ben fermo». Dunque si è deciso di “non infierire” sulla fauna in difficoltà e da questa constatazione deriva la qui è Ne è dunque derivata la scelta, seppure limitata alle aree più innevate «perché le situazioni sul territorio provinciale sono diverse: zone dove l’innevamento è stato eccezionale, altre dove la copertura nevosa è assente o nella norma. Dopo aver velocizzato al massimo l’iter tecnico-burocratico ed aver sentito il Servizio foreste e fauna della Provincia, la decisione è stata formalizzata ieri con un apposito decreto del presidente, che anticipa la chiusura della caccia a queste due specie al 14 dicembre. I reali effetti di questo inverno, cominciato così duramente - conclude il comunicato dei cacciatori -, saranno chiari con i censimenti della primavera prossima, a cui bisognerà dedicare, e certo dedicheremo, particolare attenzione».