Bypass ferroviario di Trento, anche il Comitato mobilità sostenibile appoggia il ricorso al Tar
I portavoce contro il progetto dell’opera da 1,2 miliardi: «Compromesso il regolare svolgimento del dibattito pubblico, Provincia e Comune si fermino»
TRENTO. Anche il Comitato mobilità sostenibile in Trentino sostiene il ricorso al Tar contro la circonvallazione ferroviaria di Trento.
L’iniziativa legale contro l’opera da 1,2 miliardi di euro (finanziata con 930 milioni di fondi del Pnrr) è partita da 24 cittadini direttamente interessati, o perché sottoposti ad esproprio e abbattimento della casa dove abitano o perché vivono comunque nella zona dove passerà il tracciato del nuovo bypass.
«Dall'esame dei documenti che non furono pubblicati, sottraendoli al dibattito pubblico e che successivamente sono stati resi noti da Rfi, è possibile leggere la serie di carenze conoscitive, forzature e omissioni progettuali operate per far avanzare il progetto della circonvallazione», scrivono in una nota i portavoce del Comitato.
«In particolare – sottolineano - il parere della commissione speciale del Consiglio superiore dei lavori pubblici, del dicembre 2021, introdusse elementi prescrittivi che dovevano essere accolti e ottemperati dal progetto e che sono stati trascurati per scelta da Rfi, che pure ebbe tempo e risorse per esaminarli ed accoglierli. Questo modo di procedere ha compromesso il regolare svolgimento del dibattito pubblico».
Il Comitato chiede che le amministrazioni pubbliche che hanno sostenuto il progetto, Provincia e Comune di Trento, facciano un passo indietro: «Il quadro che emerge, soprattutto dalla lettura del parere della commissione speciale, mostra tutta la debolezza dell'azione progettuale promossa da Rfi; nel contempo mostra come l'azione del Comune di Trento, del suo assessore competente e dello stesso sindaco, tutta volta a forzare l'avanzamento del progetto, a qualunque costo, si sia appiattita sul desiderio di vederlo accolto a costo di negare spazi per approfondimenti o modifiche migliorative che sono ancora possibili e che appaiono ora a maggior ragione doverose nell'interesse non solo del comune ma della provincia intera», concludono gli esponenti del comitato.