Bypass ferroviario, aree ex Sloi e Carbochimica sotto sequestro preventivo
Sigilli sui due siti in attesa delle verifiche affidate a Noe, Appa e di un piano di bonifica (foto: Paolo Pedrotti)
TRENTO. Stop ai lavori del bypass ferroviario nelle aree inquinate ex Sloi e Carbochimica, interessate dal cantiere. Su disposizione della Procura di Trento, i carabinieri del nucleo ecologico ieri hanno infatti posto sotto sequestro preventivo parte dell’area interessata dal cantiere in attesa di approfondimenti sulle sostanze contenute nei terreni che andranno a essere movimentati.
Si tratta di un'area di circa 300 metri a Trento nord, a nord della rotatoria di Nassirya, in cui non si potrà proseguire con i lavori finché non saranno concluse le indagini. I carotaggi effettuati nel rio Lavisotto hanno infatti testimoniato la presenza di catrame e sostanze oleose.
Il cantiere potrà proseguire più a sud, nell'ex scalo Filzi, dove le ruspe anche oggi, domenica 30 luglio, continuano a scavare e i camion a portare via terra dal cantiere.
Le aziende appaltatrici riunite nel consorzio Tridentum hanno affermato che in ogni caso le aree inquinate «sarebbero state interessate dai cantieri solo tra molti mesi», mentre Rfi ha ripetuto la disponibilità a collaborare con l'autorità giudiziaria. Il fascicolo aperto contro ignoti è per ipotesi di inquinamento e disastro ambientale.
Nel frattempo resta alta l’attenzione da parte dei cittadini interessati, con il presidente della circoscrizione centro storico e Piedicastello Claudio Geat che si era già detto pronto a fare denuncia.