Bypass: due tunnel di 11 km sotto la città
Operazione a cuore aperto a Trento. Il cantiere da un miliardo e 240 milioni che attraversa il territorio
TRENTO. Saranno 14 chilometri di ferrovia, 11 in galleria, da Trento Nord a Trento Sud: un progetto in doppia canna, un percorso ad ostacoli, fra i veleni dei terreni ex Sloi e Carbochimica, le possibili frane della Marzola, un ricorso al Tribunale di giustizia amministrativa (udienza il 24 novembre) e una fetta della popolazione sempre più attenta ed arrabbiata. In mezzo l'amministrazione comunale che, sulla carta, fornisce garanzie e promette che con la circonvallazione ferroviaria sarà possibile coronare il sogno dell'interramento della ferrovia. Il disegno del boulevard portava la firma dell'architetto Joan Busquets, un sogno messo in soffitta e ora rispolverato: era il 14 marzo 2002 quando entrò a far parte della variante al Piano Regolatore del Comune di Trento. Sindaco era Alberto Pacher, assessore all'urbanistica Alessandro Andreatta.
La realizzazione della circonvallazione ferroviaria rimette in gioco quel piano. Il tutto con i soldi del Pnrr. Le cose però sono più complicate del previsto e il il bypass - che costerà più di un miliardo di euro - rischia di trasformarsi in un cantiere infinito e in una tagliola per le aspirazioni di carriera del sindaco Franco Ianeselli. Come scritto nei giorni scorsi, il bypass (che prevede la demolizione di una quindicina di abitazioni, cifra stimata per difetto) con passaggio nelle aree contaminate di Trento Nord è una bomba politica, oltre che economica e chimica. Ieri in conferenza stampa l'assessore Ezio Facchin - assessore alla mobilità e alla transizione ecologica, quello che nell'esecutivo di centrosinistra ha preso il posto di Paolo Zanella, spedito a fare il consigliere di opposizione in Provincia - ha spiegato che col nuovo protocollo ci sono tutte le garanzie perché il mega cantiere possa procedere nel migliore dei modi. I trentini insomma possono dormire sonni tranquilli. Le quattro frese opereranno solo di giorno, almeno per i primi 200 metri di scavo, spiega il super assessore, ex dirigente di Ferrovie Stato/Rfi. Ed è proprio Rete Ferroviaria italiana l'interfaccia dell'amministrazione pubblica.
L'intera operazione dovrebbe concludersi nel 2026 e costare un miliardo e 240 milioni di euro: tempi e costi che - tanti sono pronti a scommetterci - potrebbero mutare. Insomma ritardi e aumento delle spese sarebbero garantiti. All'inizio il progetto doveva costare 930 milioni: circa 300 dalla Commissione europea che finanza in parte il Tunnel del Brennero e 630 dai fondi del Pnrr. Gli eventuali esuberi di spesa saranno a carico dello Stato. Questi i soldi necessari per fare il bypass - piombo tetraetile presente nelle aree ex Sloi e Carbochimica permettendo - a cui si aggiungeranno le spese per l'interramento della linea storica (circa 300 milioni), per la realizzazione della quale, prima, si dovrà fare la stazione temporanea (circa altri 20 milioni).
Trento si prepara quindi a diventare un grande cantiere a cui gli abitanti si dovranno abituare.E i pubblici amministratori cosa dicono? Sostanzialmente niente. Il progetto piace e piacciono i soldi del Pnrr, che però pone una serie di vincoli in materia di rispetto dell'ambiente e di tempi di conclusione. A livello istituzionale gli unici ad alzare la testa sono quelli della Circoscrizione Centro Storico - Piedicastello, con il presidente (nonché coordinatore di tutte le Circoscrizioni territoriali) Claudio Geat nel ruolo, non facile, di grillo parlante (nella favola del mentitore seriale Pinocchio il grillo non fa una bella fine) a ricordare che il progetto iniziale prevedeva una durata decennale: 10 anni, di cui uno solo per creare consenso. I nuovi accordi prevedono invece una riduzione a tre anni e mezzo. Il tutto - si dice - dovrebbe essere pronto per giugno 2026. “Senza ansie" si arriverebbe alle Olimpiadi invernali. A fronte delle criticità fatte emerse dalla Circoscrizione Centro Storico (era l'agosto 2021 e l'attenzione della popolazione era tutta o quasi sui problemi legati alla pandemia) l'amministrazione Ianeselli ha fatto notare che il progetto sarà realizzato perché inserito nelle dieci opere di interesse nazionale, indicate nel decreto aiuti.