Boso a Borgo: «Spariamo ai clandestini»
Il leghista non ne vuol sapere di immigrati. Più pacati i colleghi di partito: «Gli immobiliaristi lucrano sull’accoglienza»
BORGO. La proposta che l'allora senatore della Lega Nord, Enzo Erminio Boso, lanciò nel 1994, di prendere agli immigrati le impronte digitali, fare lo screening dell'iride, il Dna e quant'altro utile all'identificazione ancora nel paese d'origine e prima di imbarcarsi per l'Italia, diventa oggi uno slogan terrificante lanciato davanti alla sede della Comunità di Valle: «Dobbiamo sparare ai clandestini appena varcano il confine». Un po' sgomenti chiediamo se possiamo riportare un'affermazione così forte. «Certamente - ci dice convinto il vecchio senatore –. In più dico che gli ufficiali che non difendessero i nostri confini andrebbero fucilati».
Di un avviso ben più pacato è Stefania Segnana della Lega Nord. «Venerdì scorso – dice per motivare l'ammassamento davanti alla Comunità – il neo assessore alla sanità si è incontrato con i sindaci di valle annunciando che si sta preparando l’accoglienza per una cinquantina di nuovi profughi ricevendo il consenso da parte di tutti. Noi come Lega vogliamo dire no a questo modo scriteriato di fare politica. I profughi, se sono veramente profughi, vanno aiutati a casa loro. In Valsugana ci sono molte famiglie in difficoltà che potrebbero venire aiutate con le risorse che la comunità di valle impiega in questa politica da Centro Commerciale, dove non si fa altro che far guadagnare quattro immobiliaristi che lucrano sull'accoglienza. In Trentino ce ne sono già troppi. Ora basta». «Mercoledì mattina – interviene il segretario della Lega Nord Trentino, Maurizio Fugatti – se ci autorizzeranno saremo con un gazebo in piazza del mercato per una raccolta firme contro l'arrivo dei profughi in Valsugana per poi avviare una consultazione popolare su tale questione. Ci sarà anche Boso, senza fucili, ma con gli strumenti della democrazia per opporci a questa invasione». «Se il messaggio della Lega – dice Martina Loss, rappresentante per il Tesino – viene recepito come un rifiuto categorico all'accoglienza è colpa dei giornali. Questa povera gente è vittima di un sistema che l'Europa fa pagare soprattutto a noi del Sud, prima tappa di un pellegrinaggio che andrebbe bloccato all'origine». Ma chi ci guadagna in tutto questo? «Quelli della Telecom – dice ancora Boso – della Tim, delle Marlboro, delle scarpe da ginnastica di marca. Questi ragazzoni di 25 anni sono dei disperati che affollano le periferie delle metropoli africane e che hanno colto l'opportunità di emigrare in Europa seguendo il miraggio del benessere».