Bondone, lo sviluppo è legato all’acqua 

Il presidente di Trento Funivie: «Aree per il fondo, il bob e le slitte. Ma servono bacini d’accumulo»


di Sandra Mattei


TRENTO. «Come le case che si costruiscono e demoliscono, così si fa anche con gli impianti. L’importante è realizzare strutture rispettose dell’ambiente, che si possano dismettere senza lasciare danni». Fulvio Rigotti, vicepresidente di Trentino Sviluppo e presidente dei Trento Funivie vede con favore la norma che sarà varata con la finanziaria per contribuire a smantellare gli impianti di risalita.

La norma che aiuta a dismettere gli impianti potrà servire anche per il Monte Bondone?

Sul Monte Bondone in questi ultimi decenni gli impianti sono ridotti all’osso: erano 13 e ne sono rimasti 4. Ricordo che c’era una bidonvia che portava sul Cornetto, una seggiovia che partiva dalle Viote per il Palon e un’altra bidonvia che saliva da Vaneze. Si trattava di impianti superati, sostituiti da quelli esistenti, più comodi ed efficienti.

Eppure una pista come le Rocce Rosse, che è il fiore all’occhiello della montagna di Trento, rischia di rimanere chiusa per gran parte della stagione, per mancanza di neve e per la troppa esposizione al sole. Si potrebbe ripensarla?

Il problema della Gran Pista è che si deve ricorrere all’innevamento programmato, come è successo l’anno scorso, stagione particolarmente povera di precipitazioni. La funivia è stata realizzata da una quindicina d’anni e forse si poteva pensare a dividerla in due tronchi. Ma di rinunciare alla pista più bella, non se ne parla. Sicuramente però è un impianto che non si paga, perché l’acqua è poca. Si deve pensare assolutamente a bacini di accumulo delle precipitazioni, perché i fenomeni meteorologici si sono polarizzati ed è necessario far fronte. Per questo stiamo studiando con Asis come risolvere il problema della mancanza d’acqua, anche per la pista da fondo, penalizzata dalle scarse precipitazioni.

Ora che è avviato il master plan voluto dal Comune per prospettare il Bondone del futuro, non potrebbe essere l’occasione per pensare a uno sviluppo alternativo?

In Bondone si sono già fatte scelte per lasciare aree dedicate al fondo ed alla pista per i bob e le slitte, come quella delle Viote. La norma è stata fraintesa, forse perché si sono fatti nomi di alcune località. Ma i contributi possono essere dati perché una pista possa essere riconvertita per lo scialpinismo. Si sta pensando di eliminare qualche impianto in alcune località, perché sono superati e pensati per altri utilizzi, come uno skilift che viene sostituito da un tappeto o una pista che diventa una da slittino. Sono scelte che faranno le singole località e gli imprenditori che potranno pensare anche a progetti alternativi, un’occasione per nuova creatività imprenditoriale.













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