Bondone a due facce: fatica di giorno
Successo per lo sci in notturna, ma la stagione è difficile: presenze in calo
TRENTO. Bello di notte, viene da dire parafrasando il film di Luis Bunuel. Le piste illuminate dai palloni, affollate di sciatori, la montagna che riprende vita e si trasforma. Il Bondone si è riscattato sotto le stelle, rilanciandosi di notte. Ai trentini le discese al chiaro di luna sono piaciute, gli operatori hanno sorriso. Ma al risveglio dopo l'happy snow, la montagna resta il malato di sempre. La grande incompiuta perennemente in bilico tra crisi e tentativi di rilancio. È di giorno che il Bondone continua a faticare.
La stagione è particolarmente difficile. La crisi economica morde, e la mancanza di neve quest'inverno ha fatto il resto. Il risultato è che le presenze sono calate drasticamente, anche se in modo diversificato perché alcuni hotel sono riusciti a fidelizzare la loro clientela. «La gente ormai decide all'ultimo minuto e i soggiorni sono sempre più brevi», spiega Paolo Martinelli, presidente degli operatori del Bondone. «Dobbiamo essere pronti a sfruttare il momento. Visto il successo dello sci in notturna, in questi giorni stiamo cercando di promuovere delle offerte dal giovedì alla domenica. Ma naturalmente non basta a salvare la stagione».
Carlo Garbini, direttore del Dolomiti Chalet di proprietà della famiglia Arnoldi, ammette che «tutte le strutture sono in difficoltà e gli errori di marketing fatti da parte delle Funivie certo non ci hanno aiutato». «Se guardassi ora le prenotazioni di marzo, mi verrebbe da spararmi. Ma facevo lo stesso un mese fa, e poi gli arrivi dell'ultimo momento ci sono stati. I turisti scelgono vacanze sempre più corte, le cose cambiano di continuo». Gli albergatori tengono duro e aspettano un segnale dalla Provincia. Da chi potrà mettere in campo le risorse per il definitivo rilancio della montagna. «Servono tempi rapidi per l'intervento pubblico - incalza Martinelli - speriamo che il piano di sviluppo venga presentato al più presto. Occorre rimettere in sesto gli impianti di risalita, primo fra tutti il Montesel, e poi pensare al collegamento tra Vaneze e Vason che potrebbe preludere alla funivia dalla città. Il restyling di Vaneze è fondamentale, servono parcheggi alla base di partenza delle seggiovie».
Gli fa eco Garbini: «Il masterplan è determinante, qualunque cosa decidano di fare speriamo che lo facciano presto». Se di notte le piste di Vason si sono accese, di giorno salire lungo i tornanti del Bondone dà ancora l'impressione di un viaggio in un panorama desolante. Gli alberghi chiusi di Vaneze, l'assenza di qualcosa che vagamente assomigli ad un paese. Altri hotel negli ultimi anni hanno aperto i battenti, tutti a 4 stelle, tutti con piscina e zona wellness, generosamente sovvenzionati dagli aiuti pubblici. Tra i nuovi nati c'è chi, come il Le Blanc di Vason, deve ancora vendere gli appartamenti legati alla nuova struttura. E tra i vecchi c'è chi, come l'Hotel Irene di Candriai, è chiuso da più di un anno, è stato messo all'asta che però è andata deserta. Il Comune ha concesso l'anno scorso altri quattro anni di tempo per recuperare gli storici Sport Hotel e Baita Montesel. Basterà? In tanti se lo chiedono in Bondone, dove le luci si vedono soprattutto di notte.