Bolzano: morto Alcide Berloffa, uno dei padri dell'autonomia altoatesina

Aveva 88 anni. Figura eminente della Democrazia Cristiana, aveva chiuso con la Suedtiroler Volkspartei il cosiddetto "pacchetto", lo Statuto fondato sul bilinguismo e sul riconoscimento dei gruppi etnici, che mise fine ad anni di tensioni causate dai separatisti sudtirolesi



BOLZANO. Si è spento all'età di 88 anni Alcide Berloffa, storico esponente della Democrazia cristiana altoatesina, uno dei padri dello Statuto di autonomia e del cosiddetto "pacchetto" che mise fine alle tensioni in Alto Adige causate dai separatisti sudtirolesi, concedendo alla Provincia di Bolzano l'ampia autonomia fondata sul bilinguismo e sul riconoscimento dei gruppi etnici.

Berloffa era ricoverato in gravi condizioni all'ospedale di Bolzano da alcuni giorni. Le condizioni del politico che per ben 22 anni è stato presidente della Commissione dei Dodici si sono aggravate nelle ultime ore.

Berloffa è uno dei padri dello Statuto d'autonomia. Ha accompagnato tutto il percorso che dall'Accordo di Parigi ha portato al Pacchetto e alla chiusura della controversia con l'Austria.

«Se le era sentite Magnago per far passare le norme dalla sua Svp - raccontava all'Alto Adige - figurarsi noi, dentro una popolazione che non ne voleva neppure sapere di dover imparare l'altra lingua». Nella sua carriera ha dovuto subire l'accusa di essere un "traditore" degli italiani in Alto Adige. «Me ne hanno dette di peggio", raccontava. "Da Almirante che mi chiamava "onorevole Kartoffeln" in giù. Adesso rispondo con gioia: guardiamo all'Alto Adige oggi, alla pace e alla prosperità. Si poteva non fare quello che si è fatto? Anni difficili in cui tanta Svp non ne voleva sapere del Pacchetto, ancor meno degli italiani".

Un pensiero però l'ha sempre turbato. "Pensare alle migliaia di famiglie italiane arrivate in Alto Adige con il fascismo a cui era stato detto che tutto sarebbe stato facile e senza alcun prezzo, e poi finite, nel dopoguerra, in una nuova Italia e in una nuova Europa in cui tutto aveva un costo. La democrazia, innanzitutto. E dunque dover fare i conti con la maggioranza tedesca; e poi gli accordi internazionali, il ruolo dell'Italia. Così la gente si sentiva tradita. Da Roma, dal governo. Ma la colpa era della storia. Mi hanno dato un compito, c'erano degli accordi da attuare. Sarebbe stato facile mandare tutto all'aria. Lasciando stare le virgole posso dire che il nostro lavoro ha portato pace e benessere a tutti". (v.f.)

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