Benedetti Michelangeli, la casa è in vendita

Rabbi, era il rifugio estivo del grande pianista: è valutata 600 mila euro, altri 250 mila per la piccola scuola di musica


di Andrea Selva


RABBI. Era il rifugio del pianista Arturo Benedetti Michelangeli, quando ancora viveva in Italia (negli anni Sessanta) ma anche in seguito, quando si ritirò in Svizzera a Lugano. Una grande baita costruita in località Penasa (Rabbi) che Benedetti Michelangeli aveva scelto per trascorrervi l’esate. E poco più distante ecco un edificio di dimensioni minori - una sorta di dependance - in cui il pianista aveva organizzato una scuola musicale estiva, con l’arrivo di allievi da tutto il mondo. Ora i due edifici sono in vendita.

Benedetti Michelangeli - morto nel 1995 - li cedette all’imprenditore marchigiano Giancarlo Leoni una ventina d’anni fa e ora i due immobili sono stati messi in vendita dagli eredi di quest’ultimo. Gli annunci immobiliari – pubblicati da più agenzie - risalgono ormai a qualche mese fa: 600 mila euro per l’edificio principale, 250 mila euro per l’ex scuola di musica. E ora, con la notizia della vendita, c’è chi vorrebbe che gli edifici venissero acquistati da un ente pubblico, o comunque da un istituzione perché siano valorizzati in memoria del grande musicista.

Il sindaco di Rabbi, Lorenzo Cicolini, frena però gli entusiasmi: «Parliamo di cifre che non sono nella disponibilità del nostro Comune, senza contare che non avevamo mai preso in considerazione l’ipotesi di acquistare gli edifici, anche perché è passato troppo tempo da quando vennero utilizzati da Benedetti Michelangeli». E’ il vicesindaco Adriana Paternoster a confermare le modifiche a cui sono stati sottoposti gli edifici: «Abbiamo avuto modo di vederli l’anno scorso e sono stati adattati, è tutto diverso rispetto a quando il pianista aveva organizzato la scuola di musica nella baita più piccola. L’acquisto in ogni caso sarebbe ipotizzabile solo se intervenisse un ente pubblico con disponibilità maggiori rispetto al nostro piccolo Comune».

Comunque vada a finire in valle il ricordo del pianista è ancora vivo: trascorreva nella sua baita tutte le estati e pare che cucinasse personalmente per gli allievi che ospitava nella sua scuola. Vederlo passeggiare in paese era molto frequente e - pur essendo una persona riservata - aveva numerosi contatti con la gente del posto. I due edifici sono in vendita separatamente e tutte le agenzie immobiliari citano l’appartenenza passata al musicista che è considerato uno dei più grandi pianisti del secolo scorso.

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