Bacino di Montagnoli dietrofront sul progetto

Dopo il sì alla mozione Bombarda, la giunta provinciale chiede un’altra soluzione Bosco (Funivie Campiglio): «Importante che si riconosca il fabbisogno d’acqua»



PINZOLO. Dietrofront della giunta provinciale, dopo l’approvazione lo scorso 11 luglio della mozione di Roberto Bombarda, per trovare una soluzione alternativa al bacino artificiale in località Montagnoli, a Campo Carlo Magno. Ieri infatti, su proposta dell’assessore ai lavori pubblici e all’ ambiente, Alberto Pacher, la giunta ha richiesto al Comitato provinciale per l'Ambiente un riesame del progetto definitivo per la realizzazione dell’invaso destinato allo stoccaggio di acqua nel Comune di Ragoli, proposto dalla società Funivie Madonna di Campiglio, nonché un approfondimento tecnico scientifico di tutte le alternative progettuali. L’opposizione al progetto per il bacino artificiale che dovrebbe risolvere i problemi di innevamento degli impianti di Campiglio, approvata con 25 voti favorevoli (una maggioranza trasversale) è stata giustificata «dall’eccessivo impatto ambientale paesaggistico, con l’evidente compromissione degli equilibri ambientali». Il progetto, infatti, consiste nella realizzazione di un volume di circa 200.000 metri cubi di acqua all'interno di una depressione naturale a quota 1.776 in località Montagnoli, nell'area sciistica di Spinale e Grostè, una zona all'interno del Parco Adamello Brenta. «Le Dolomiti trentine occidentali rappresentano un patrimonio straordinario per il nostro territorio - ha commentato Pacher - in un contesto ambientale di tale pregio, va mantenuto con attenzione l'equilibrio tra la salvaguardia del territorio e gli interessi socio-economici. Tanto più che le Dolomiti, in cui rientrano anche le Dolomiti di Brenta, fanno parte dal 2009 della lista dei Beni tutelati Unesco».

Nel proporre la mozione, il consigliere provinciale dei Verdi Bombarda aveva anche avanzato un’alternativa, che ora la giunta gira al Comitato provinciale per l’ambiente. È quella di alzare di qualche metro il lago Ritort (come già venne fatto negli anni Sessanta per esigenze idroelettriche)

L’obiettivo del progetto è avere una quantità sufficiente di acqua stoccata per l’ innevamento dell’area sciabile di Campiglio, comprendente oltre 150 ettari di piste. Dal canto suo, il direttore delle Funivie Campiglio Francesco Bosco commenta così la notizia: «Ci fa piacere che la politica trentina riconosca che Campiglio ha bisogno di una quantità d’acqua stoccata maggiore per le piste. Dove realizzare il bacino che ci garantisca l’innevamento, lo decideranno, certo noi non possiamo pensare ad altri due inverni come quello passato, quando in gennaio era aperto il 58% delle piste. Alcune cifre per comprendere la situazione: Campiglio ha 31 mila metri cubi d’acqua stoccata a fronte di 152 ettari di piste, il Broccon 48 mila metricubi per 33 ettari di piste e la Paganella 171 mila metri cubi per 68 ettari di piste».(sa.m.)













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