Associazioni ucraine, «guerra» per gli aiuti
Trento, Ai ferri corti “Rasom” e “Aiutateci a salvare i bambini”: «Fate politica». «E voi siete filorussi»
TRENTO. Purtroppo siamo in guerra anche con gli aiuti umanitari. Succede tra le due associazioni ucraine che operano in Trentino. Partiamo dal racconto di Angela Shevcnuk presidente di Rasom. “Attraverso la nostra posta elettronica, abbiamo conosciuto l'Associazione Aiutateci a Salvare i Bambini, attiva nella raccolta di fondi umanitari da inviare in Ucraina. Li contatto e chi mi risponde mi accusa di essere un'assassina, come i filo governativi che ammazzano i bambini.” Sono rimasta senza parole. Li avevo chiamati solo per provare ad ottimizzare gli invii, senza sovrapporci, ma piuttosto raggiungendo due campi profughi diversi. Ho pronta una lettera che voglio inviare al più presto.” Lettera nella quale tra l'altro, si legge: “Evidentemente la guerra fratricida continua anche fuori dai confini dell'Ucraina. Questo mi addolora perché di fronte a tragedie e guerre civili delle quali è sempre oscura la manipolazione, penso che indipendentemente dalla parte nella quale ognuno di noi si è collocato, si deve dare la precedenza all'emergenza umanitaria.”
Abbiamo contattato l'Associazione Aiutateci a Salvare i Bambini, che ha sede a Rovereto e la risposta del presidente Ennio Bordato non da spazio alla diplomazia: “Operiamo nella Federazione Russa dal 2001. Se fino ad oggi il nostro impegno era in prospettiva, adesso dobbiamo far fronte ai profughi in fuga dal genocidio della popolazione russofila che abita in Ucraina. Dall'inizio della pulizia etnica degli ucraini, sono stati 300mila i profughi che hanno passato il confine. Questa è la realtà per la quale abbiamo raccolto in pochi giorni 4mila euro che manderemo in Russia. Noi non facciamo politica e mai collaboreremo con i nazisti di Rasom che hanno portato in Italia dei banditi feriti, spacciandoli per patrioti.”
Angela Shevcnuk replica: “Senza parole. Il nostro non è un impegno politico, ma non possiamo che essere a fianco di chi ha difeso l'autonomia dell'Ucraina dall'assalto russo. Abbiamo raccolto indumenti specialmente per i bambini. Tutte le settimane abbiamo il problema del trasporto: gli autisti ci prendono gratuitamente qualche pacco, ma non possono riempire il furgone: questa non è politica, ma impegno umanitario.”
(d.p.)