Apt, l’attacco di Maestranzi: «Più trasparenza sui conti»
Il dibattito sulla promozione turistica. Il consigliere aveva lasciato in polemica il cda dell’Azienda di Trento: «Prendono soldi pubblici, ma li usano come soggetti privati, senza rendere conto. Poco rigore, così me ne sono andato»
Trento. In primavera aveva lasciato il cda dell’apt di trento (sbattendo la porta) e ora che la provincia invoca nuova regole per le apt trentine il consigliere comunale dario maestranzi rilancia: «sulla gestione dei soldi pubblici serve più trasparenza e rigore».
Maestranzi, che problema c’è con le Apt?
Guardi, ho alcuni amici alla guida di Apt trentine e non vorrei generalizzare, ma per quanto riguarda l’esperienza che ho avuto in cda all’Apt di Trento posso dire che ho trovato una situazione anomala rispetto al rigore con cui vengono gestiti i soldi pubblici, per esempio, nel Comune di Trento. L’ho detto pure al sindaco: “Guarda Alessandro che la direttrice dell’Apt ha più potere di te, che non puoi certo permetterti di decidere una spesa come ti pare”...
È un problema di gestione o di norme?
Prendiamo ancora l’Apt di Trento, che muove 3 milioni di euro di cui 1,5 milioni di provenienza pubblica: è possibile che non debba rendere conto in maniera precisa di come vengono spesi i fondi pubblici e di come vengano scelti i fornitori? Quando in cda ho chiesto di approfondire alcune questioni - come ad esempio la gestione Charlie Gaul - mi hanno risposto con stupore: ma come, non ti fidi della nostra direttrice? Ma questa non è una questione di fiducia, mi pare normale che un consigliere voglia capire se l’azienda è amministrata al meglio, invece diventa un’impresa anche solo capire quanto costa un’iniziativa come la Charlie Gaul.
Le Apt ricevono soldi pubblici, ma tengono molto all’agilità di manovra propria delle strutture private.
Mettiamola così: quando c’è da incassare i soldi sono pubbliche, quando si tratta di spenderli sono private.
È questo il problema?
No, la promozione turistica (che considero importante) ha bisogno di snellezza e velocità. Ma sui soldi pubblici non si scherza e ritengo fondamentale una precisa rendicontazione di ogni spesa.
Questo a Trento non avveniva?
Ai consiglieri viene dato il bilancio, mi pare un po’ troppo poco. Anche perché quando i soldi vengono poi destinati dall’Apt ad associazioni private (come nel caso della Charlie Gaul) diventa impossibile capire come sono stati impiegati. Capisco che poi un’associazione si possa muovere con maggiore agilità (ricevendo anche contributi dalla Provincia) ma se poi si scopre che ci sono anche conflitti di interesse (come è avvenuto) allora l’esigenza di trasparenza diventa fondamentale.
Le sue sono affermazioni gravi.
Affermazioni sottoposte - nero su bianco - al sindaco Andreatta quando ho lasciato l’incarico, avvisandolo della mia indisponibilità a un nuovo mandato (l’unico punto su cui eravamo d’accordo in tema di Apt). L’Apt mi ha diffidato dal diffondere informazioni interne all’azienda, ma non contestavano la verità dei fatti, si lamentavano della forma invece che concentrarsi sulla sostanza.
Nella sua relazione (14 pagine) lei si chiama di fatto fuori dalla gestione dell’Apt.
Certo, non è stato solo un atto politico ma anche una questione di responsabilità: a queste condizioni non ci sto. Le dirò di più: secondo me ci sono elementi sufficienti per approfondire (anche da parte della magistratura) la gestione degli ultimi anni. Mi stupisce che nessuno tra i soci (i primi a esserne danneggiati) abbia poi affrontato queste criticità.
Lei ha attaccato anche la direzione di Elda Verones.
Sulla direzione c’era un problema di conformità allo statuto: in realtà non è un direttore (che non è mai stato nominato) ma una vicedirettrice che fa il direttore. E torniamo al punto fondamentale: percepiscono fondi pubblici, ma amano comportarsi da privati. Perché una persona e non un’altra? Perché si affida un incarico a un soggetto e non a un altro? Chiaro che poi c’è chi si lamenta.
Si riferisce ad Agostino Carollo?
Non ho rapporti con Carollo, ma volevo capire il tema e ho chiesto al Comune se c’è una domanda dell’Apt per l’occupazione del suolo pubblico: non c’è nulla, né domanda né autorizzazione.
La Provincia ora vuole dettare criteri precisi per l’utilizzo delle risorse. Che ne pensa?
Che finalmente si sta affrontando il problema dell’uso dei soldi pubblici. Poi - nel caso di Trento - bisogna alzare le competenze dei dirigenti che si occupano del nostro turismo, la buona volontà non basta più.