Appartamenti e negozi dentro le vecchie caserme 

In via Barbacovi l’impresa Mak sta ristrutturando un palazzo ricco di storia Costruito a fine 800 dagli austroungarici, fu sede delle camicie nere e poi scuola


di Mauro Lando


TRENTO. Il cantiere è in piena attività ed interessa una zona storica della città. Si tratta dell’edificio di via Barbacovi numero 35, a fianco della sede del Comando dei carabinieri, in passato un suo prolungamento visto che ha ospitato militari dall’epoca della sua costruzione a fine Ottocento, per poi diventare succursale delle scuole superiori di fronte.

Ora quell’edificio si trasformerà in residenza con appartamenti di prestigio e di classe a+, come spiega Mirco Petri, titolare della società Mak di Lavis alle prese con la ristrutturazione. «Le facciate rimarranno intatte, - precisa Petri - all’interno prevediamo 5 appartamenti oltre i 250 metri quadrati, una decina di medie dimensioni, parcheggi e garage ed a piano terra altre attività. Gli appartamenti all’80 per cento sono già venduti». Dal canto suo, l’assessore all’urbanistica Paolo Biasioli sottolinea che in tale fascia di città, cosiddetta consolidata, il Prg consente di cambiare destinazione d’uso. «Si tratta di consentire utilizzo per residenza ed uffici - aggiunge - e di attività che non contrastino con una zona residenziale».

Un edifico non appariscente, quello in questione, ma la sua storia è piena di significati per la città in forza delle sue trasformazioni e dei suoi molteplici utilizzi. Il suo aspetto severo tradisce la funzione militare che a lungo ha avuto, ciò non di meno merita un’attenzione perché in quegli spazi vi sono passate vicende importanti. La sua costruzione è legata a quella del grande complesso che ospita il Comando provinciale dei Carabinieri innalzato tra il 1894 ed il 1896 per decisione dell’esercito austroungarico. Vi fu ospitato il Primo Reggimento Landesschützen, ossia i Bersaglieri tirolesi. Si era negli anni in cui la città di Trento era stata definita Fortezza per cui gli alloggiamenti militari non potevano mancare. Basti ricordare i palazzi tra via Brigata Acqui e via Barbacovi, che ora ospitano il polo di scuole superiori, furono costruiti tra il 1883 e il 1886 proprio come caserme austroungariche.

Finita la prima guerra mondiale, nel grande palazzo dei Landesschützen entrarono i carabinieri, mentre nel settore ora sottoposto a ristrutturazioni trovarono sede le camicie nere fasciste. Vi fu infatti installata la caserma della Milizia volontaria per la sicurezza nazionale (Mvsn), istituita nel gennaio del 1923 da Mussolini per dare una veste ufficiale alle “squadre d’azione”, ossia la guardia armata del regime. Le camicie nere furono cacciate da quell’edificio all’indomani dell’8 settembre 1943 allorché, caduto il fascismo, il Trentino fu occupato dalle truppe tedesche ed entrò nell’Alpenvorland, ossia nella neo costituita provincia del Reich nazista. L’utilizzazione da parte di un comando delle forze germaniche occupanti è dimostrata da un progetto di ristrutturazione interna, datato 30 ottobre 1944, depositato presso l’archivio comunale. Vi si chiedono adeguamenti alla struttura e nella cartografia le strade adiacenti sono indicate in tedesco, ossia Barbacovistrasse e S.Bernhardinerstrasse. È il segno che le truppe del Reich ritenevano non provvisoria la loro presenza a Trento.

Terminata nel 1945 la seconda guerra mondiale, in quell’edificio dopo Landesschützen, fascisti e nazisti entrò la democrazia della nuova Repubblica Italiana. Per alcuni anni vi ha avuto infatti sede la Cgil, sia nel momento del sindacalismo unitario durante i primi anni dopo il conflitto, sia nella fase post scissione sindacale del 1948. I leader sindacalisti che vi operarono in quegli anni furono Aldo Merz, Sisinio Tribus e Olivo Bertotti. Il sindacato Cgil si trasferì successivamente in un edificio non più esistente in via Romagnosi e che era contrassegnato con il numero 4.

Dopo un periodo di chiusura, o di servizio a favore della adiacente caserma dei carabinieri, l’edificio è stato utilizzato come succursale scolastica a servizio degli antistanti istituti scolastici. Infine una curiosità: nel piazzale retrostante l’edificio si erge una delle due torri colombaie ancora presenti a Trento. È di fine Ottocento e la si intravvede oltre il muraglione lungo via San Bernardino: veniva utilizzata dai militari austroungarici come luogo di allevamento ed addestramento dei piccioni viaggiatori. L’altra torre colombaia tutt’ora in città si trova all’inizio di via Santa Margherita.

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