Anziani, più servizi leggeri e a domicilio  

Approvata la riforma del welfare: nasce lo «Spazio Argento». Niente fusioni delle Rsa. Zeni: «A bilancio 5 milioni in più»


di Chiara Bert


TRENTO. L’obiettivo della riforma è dare a famiglie sempre più ristrette un interlocutore capace di attivare i servizi che più rispondono al bisogno dei singoli anziani. Che non sempre è la casa di riposo, ma può essere l’assistenza a domicilio, o una residenzialità leggera, che lo accompagni nella vecchiaia senza il trauma di dover abbandonare la propria casa e le proprie abitudini. A questo servirà il nuovo «Spazio Argento», uno per Comunità di valle, il luogo chiamato ad occuparsi della filiera dei servizi e dei piani di assistenza individualizzati.

Con 18 voti a favore e 12 astensioni (delle minoranze) il consiglio provinciale ieri pomeriggio ha dato il via libera alla riforma del welfare anziani dell’assessore Luca Zeni. Una legge frutto di un percorso durato due anni, partito con un annuncio ad effetto dell’assessore: accorperemo le 41 Aziende di servizi alla persona in un’unica Rsa, potremo ottenere fino a 17 milioni di risparmi». La fusione è rimasta nel cassetto, la dura opposizione dell’Upipa (l’Unione delle Apsp) e molte resistenze nella maggioranza da Upt e Patt hanno bloccato anche l’accorpamento più soft in 16 Agenzie per anziani. Ma Zeni difende l’importanza di una riforma necessaria per rispondere al problema dell’invecchiamento della popolazione: : i 57.186 trentini over 75 di oggi diventeranno 78 mila tra 15 anni e 104 mila tra 25, con un aumento dei costi stimato dai 132 milioni di oggi (la spesa per le Rsa) ai 240 milioni del 2041, a cui dovranno aggiungersi 610 milioni per realizzare 46 nuove Rsa da 3700 nuovi posti. «Dati - ha ribadito ieri l’assessore - che inducono ad incrementare i servizi di residenzialità leggera perché la rete familiare sarà sempre meno forte». In termini finanziari, nel bilancio 2018 ci saranno 5 milioni di euro in più che saranno a disposizione delle strutture previste da questa legge, in particolar modo per la domiciliarità, la residenzialità leggera (il cosiddetto co-housing dove più anziani vivono insieme con un’assistenza domiciliare). Zeni ha poi ricordato che il Terzo settore rimane un motore di innovazione ed ha affermato che, sul piano economico, si era partiti dall’idea di rendere più efficienti le case di riposo, ma l’Università Bocconi ha evidenziato che non c’è un rapporto diretto tra aggregazioni e economie di scala, così come, per avere un radicamento territoriale e un coinvolgimento del volontariato, non servono 41 cda. Secondo Zeni «le aggregazioni avverranno naturalmente» e «la giunta, anche di fronte alle resistenze, ha scelto di dare la responsabilità del coordinamento dei servizi alle Comunità di valle. La scommessa ora è quella dei territori».

Lunga discussione in consiglio. Approvati diversi ordini del giorno (di Detomas, Upt e Fasanelli) che impegnano la giunta a coinvolgere nella fase attuativa della riforma l’Upipa, il Consolida e gli altri portatori di interesse. Sì anche all’odg di Fugatti per considerare i servizi ausiliari nelle Rsa come lavori socialmente utili, a quello di Viola per un piano biennale per lo sviluppo della domiciliarità e a quello di Civettini per riconoscere il ruolo dei circoli anziani.

Incidente d’aula della maggioranza nel pomeriggio che, a causa delle molte assenze e del voto a favore di Plotegher e Borgonovo Re, è andata sotto su un emendamento di Viola (Pt) per coinvolgere nello Spazio Argento anche Apsp e Terzo settore, non lasciando l’esclusività alle Comunità di valle.













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