Anziani, c’è l’assegno per curarsi a casa
Approvata la legge sulla non autosufficienza che prevede sostegno a chi sceglie di non andare nella Rsa
TRENTO. Qualche frizione in mattinata quando il testo definitivo non quadrava a tutti i gruppi, ma poi in consiglio provinciale il dibattito sulla legge sulla non autosufficienza è scivolato via liscio fino all’approvazione definitiva con le sole astensioni del Pdl. Il percorso è maturato in due anni di lavoro della commissione legislativa di Mattia Civico che ha avuto il non facile compito di fondere una serie di disegni di legge sul tema.
Ora la normativa mette in ordine tutto il settore, aggiungendo qualche mattone importante a una struttura che sui territori di fatto già lavorava in questa direzione. Viene istituito formalmente l’assegno di cura, introdotto dall’ultima finanziaria, e viene definito con precisione il percorso che va dalla presa in carico del non autosufficiente fino alla valutazione e all’assegnazione dei sostegni. Obiettivo principale è quello di dare risposte all’assistenza degli anziani mantenuti preferibilmente in casa. L’invecchiamento della popolazione e la riduzione delle risorse dell’ente pubblico impongono la costruzione di un modello di welfare specifico che possa offrire qualità ma che allo stesso tempo sia sostenibile, non tanto a breve termine ma nel medio e lungo periodo. Già con l’anno prossimo le rete delle case di riposo aumenteranno, almeno nella parte relativa ai servizi alberghieri. E’ quindi necessario mettere a frutto le risorse sul territorio, garantendo attenzione e assistenza a quelle famiglie disposte a tenersi in casa il parente non autosufficente. Il dibattito politico ieri mattina ha avuto solo un problema risolto dal confronto fuori dall’aula tra Pd e l’assessore Rossi. Quest’ultimo aveva voluto con un emendamento garantire da subito il sostegno alle famiglie con un assegno in denaro sonante a disposizione per l’acquisto dei servizi. Il Pd ha invece contestato quest’impostazione, privilegiando invece l’utilizzo dei voucher, praticamente dei buoni con i quali vengono utilizzati i servizi pubblici operativi sul territorio.
Un altro aspetto sottolineato dall’assessore Rossi è quello economico. La distribuzione dei servizi sul territorio provocherà un aumento delle realtà che operano nel settore, contribuendo non poco a far emergere il lavoro sommerso. Tempo di varare il regolamento e la legge sarà operativa, dicono in Provincia, per i primi mesi dell’anno prossimo. «Un risultato importante - ha detto l’assessore Rossi - sia per la problematica affrontata, particolarmente urgente a fronte del progressivo invecchiamento della popolazione, sia perché rappresenta l’attuazione di uno dei punti qualificanti del programma di legislatura».
Molto soddisfatto anche Mattia Civico, presidente della commissione che ha ascoltato, limato, valutato, arricchito le diverse proposte legislative a firma di Magnani, Dorigatti, Ferrari, Cogo, Civico, Zeni, Nardelli, Bombarda e della Lega. «Era assolutamente necessario - è il commento del presidente del consiglio Bruno Dorigatti - dotare il Trentino di un quadro normativo capace di adeguarsi alle richieste attuali e future. Questa riforma era un dovere: nei confronti degli anziani non autosufficienti, che meritano le cure migliori;nei confronti delle famiglie, troppo spesso costrette a colmare i vuoti di un servizio ancora debole; dei giovani, ai quali dobbiamo garantire un sistema efficace e sostenibile».
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