Anziana fratturata alla Rsa: è mistero

Aperte due inchieste: una interna e una del commissariato di Polizia. Nessuno riesce a spiegare quello che è accaduto


di Giancarlo Rudari


ROVERETO. Come si è procurata la frattura di un omero un’ottantenne costretta a letto ricoverata alla casa di soggiorno Clementi Vannetti? E a quando risalgono le fratture di tre costole e della scapola sinistra scoperte dagli operatori dell’ospedale dove era stata ricoverata la donna? Mistero. Interrogativi ai quali al momento non è stata data risposta. La speranza è che siano le due inchieste, una interna e l’altra del commissariato di Polizia che ha trasmesso il fascicolo alla procura della Repubblica, a fare luce su questi drammatici episodi.

La vicenda risale alla seconda metà di agosto quando un’anziana di 83 anni viene portata in ospedale perché un’operatrice della casa di riposo si era accorta di alcuni lividi e un gonfiore al braccio sinistro della donna. La risposta è arrivata dall’esame radiologico: frattura dell’omero. Come è potuto succedere ad una donna costretta a letto? Considerate le sue condizioni non ha saputo dare una risposta: al di là di lamentarsi del dolore ha gravi difficoltà nell’esprimersi. Ma dagli accertamenti diagnostici è emerso che in passato (ma quando?) aveva riportato la frattura di tre costole e della scapola sinistra. Anche in questo caso lo stesso interrogativo: come è potuto accadere? Le fratture se le è procurate da sola magari cadendo dal letto? Ipotesi scartata, almeno stando alle dichiarazioni rilasciate alla polizia dai responsabili e dagli operatori dopo di casa Vannetti. E allora, visto che per mettere la donna su una carrozzina viene “imbragata” e alzata con un argano, può essere che nell’operazione sia accidentalmente caduta procurandosi la frattura dell’omero? Un interrogativo che non ha trovato risposta, o meglio l’ipotesi è stata scartata dai responsabili della struttura. Ma è possibile, e questo è un altro dei tanti interrogativi, che nessuno si sia accorto delle fratture (vertebre e scapola) individuate durante l’esame radiologico in occasione del ricovero per la frattura dell’omero? L’ottuagenaria, secondo la ricostruzione degli investigatori, è stata curata dopo che lei si lamentava per il male dapprima con degli antidolorifici e poi con l’applicazione di cerotti a base di un derivato della morfina. Anche in quell’occasione non sembra siano state accertate la natura della lesioni ed eventuali responsabilità. Ora la parola (e le indagini) passano alla procura.

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