Anffas, l’Open day per confrontarsi con la disabilità

L’incontro con il sindaco Andreatta e la festa dei 50 anni. Il presidente Enderle: «Porte aperte agli ultimi della società»


di Daniele Peretti


TRENTO. «Temiamo che la distanza che c'è tra i politici e la gente possa accentuarsi creando problemi di rapporto tra due realtà che hanno assoluto bisogno di dialogare». E' questa una delle conseguenze della crisi in atto che preoccupa di più Luciano Enderle presidente dell'Anffas trentina. Timori, curiosità e battute hanno trasformato quello che doveva essere il momento istituzionale dell' Open Day in un piacevole incontro quasi a ruoli capovolti. Da una parte il sindaco Andreatta, accompagnato da alcuni assessori; dall'altra seduti sui banchi del consiglio comunale i ragazzi dell'Anffas nella duplice veste di ospiti e di giornalisti per “L'Adigetto” che è il periodico interno dell'associazione scritto e prodotto, dai ragazzi dell'Anffas. E mentre un gruppo era impegnato in Comune, i compagni erano i protagonisti dell'Open Day. Ovvero momenti d'incontro all'interno delle comunità Anffas tra gli ospiti e persone esterni. Nel centro di via Gramsci c'è grande animazione dovuta sia alle molteplici attività in corso di realizzazione che per la presenza di alcuni classi delle vicine scuole elementari. In ogni stanza ci sono dei laboratori che hanno il riciclo come tema comune: dal cucito, alla cucina fino agli addobbi dell'albero di pasqua. Gli animatori hanno voluto creare tra i ragazzi, un clima spontaneo perché il confronto con la disabilità non sia impattante, ma avvenga con naturalezza. Allora cosa c'è di meglio che misurarsi con le difficoltà? Ecco che i ragazzini delle elementari sono chiamati ad una pesca di pesciolini di legno, da fare però impugnando la canna con la mano sinistra. Una cosa all'apparenza semplice, ma che invece fa capire come anche un piccolo cambiamento, possa mettere in difficoltà. Un altro momento importante è il pranzo. La sala è dipinta di azzurro e verde per favorire l'apertura mentale necessaria per un adattamento all'esterno. Lo scopo è proprio quello di abituare i ragazzi a comportarsi, come dovrebbero fare in un locale pubblico. Se ne ricreano le caratteristiche per trasmettere un insegnamento anche nella fase che dovrebbe essere di distensione. L'Open Day celebra i 50 anni di fondazione dell'Anffas nazionale, «Un periodo necessario per trasformare quelli che erano soggetti invisibili, in protagonisti: oggi il comune ha aperto le porte – ha concluso Enderle – a quelli che erano considerati gli ultimi della nostra società». In via Volta è attivo un laboratorio di falegnameria. Tutto quello che viene realizzato dai ragazzi sarà poi venduto al mercatino che l'Anffas organizza a Natale. I compiti assegnati ad ognuno sono fissi: c'è chi taglia, chi pialla e chi vernicia. Dall'esterno arrivano anche dei mobili da restaurare. Ma in via Volta c'è anche la redazione dell'Adigetto, pubblicato ormai da più di dieci anni. Anche in questo caso i ragazzi hanno dei compiti personalizzati e fissi: c'è il fotografo e lo scrittore, ma anche chi disegna vignette. E chi è rimasto in sede è curioso di farsi raccontare dai compagni le interviste fatte in Comune: sarà la prima pagina del prossimo numero.

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