la polemica sul progetto  

Anche malghesi e pastori dicono no alla Translagorai

TRENTO. La “Libera Associazione Malghesi e Pastori del Lagorai” dice no al progetto “TransLagorai”. Laura Zanetti, la fondatrice dell’associazione e il presidente Stefano Mayr spiegano: «I tentativi...



TRENTO. La “Libera Associazione Malghesi e Pastori del Lagorai” dice no al progetto “TransLagorai”. Laura Zanetti, la fondatrice dell’associazione e il presidente Stefano Mayr spiegano: «I tentativi di manomissioni umano/politiche nel Lagorai, hanno una storia lunga decenni. Dopo la faticosa ricomposizione degli alpeggi, fu la tragedia del Vajont ha scongiurare, a metà degli anni ’60, la costruzione di quella enorme diga che avrebbe sommerso tutta la val Calamento. Malga Cagnon di Sotto fu miracolosamente salvata negli anni ’70, grazie ad una coraggiosa azione firmataria della popolazione di Télve contro un devastante insediamento turistico. Nell’89 fu ancora Télve a bloccare il metanodotto della Snamprogetti di Fano. A metà degli anni ’90 Berlusconi tentò, senza successo, di acquistare a peso d’oro la Val Cia, con l’idea di farne una seconda Cortina». Gli “attacchi” si succedono, spiega l’associazione. Secca la conclusione. «La nostra associazione aderisce totalmente al pensiero dello storico dell’alpinismo Alessandro Gogna che definisce il Progetto TransLagorai “un grimaldello per andare oltre…come già è successo in val di Fassa, in val Gardena e in Campiglio”. Non sarà certo l’uomo fruitore occasionale di Alpi e Prealpi ha riscriverne bellezza e salute, ma ancora e sempre il malghese-pastore. Il nostro è quindi un No chiaro e forte al progetto TransLagorai e invitiamo tutti coloro che lo hanno ideato, promosso e avvallato ad agire scientificamente: prendere tempo per ristudiarlo attorno a un tavolo insieme ad un Comitato rappresentativo delle migliaia e migliaia di persone che stanno aderendo al gruppo fondato da Alessandro Ghezzer “Giù le mani dal Lagorai”.















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