SICUREZZA

Anche il cimitero di Trentosotto gli occhi delle telecamere

Telecamere anche fra le tombe. Quindici. Sono state installate, con tanto di fibre ottiche, da una manciata di giorni al cimitero di Trento. Perché se l’Aldilà è imperscrutabile, nulla vieta di tenere d’occhio l’aldiqua. E anche al camposanto qualche crimine ci scappa. Non certo lo spaccio o gli accoltellamenti. Ma piccoli furti e danneggiamenti sì. Che il Comune vuole scoraggiare.


Luca Marognoli


TRENTO. Telecamere anche fra le tombe. Quindici. Sono state installate, con tanto di fibre ottiche, da una manciata di giorni. Perché se l’Aldilà è imperscrutabile, nulla vieta di tenere d’occhio l’aldiqua. E anche al camposanto qualche crimine ci scappa. Non certo lo spaccio o gli accoltellamenti. Ma piccoli furti e danneggiamenti sì. Che il Comune vuole scoraggiare.

 E’ dell’altro giorno la notizia della tomba rovinata dal fuoco. Non è ancora chiaro se si sia trattato di un fatto accidentale (i Servizi funerali non escludono che un fuoco d’artificio sia atterrato sulla siepe) o di un gesto doloso, il che sarebbe ancor più grave perché ad essere colpito è il luogo della pietà per eccellenza, quella che provano gli uomini verso i loro cari defunti. Vittima, nella circostanza, l’ex assessore provinciale e difensore civico Enrico Bolognani, i cui figli sono sepolti sotto quella lapide.

 Ma questi atti deprecabili non conoscono distinzioni di notorietà né di censo. Sono diffusi i furtarelli di vasi, fiori e piccole suppellettili lasciate sulle tombe. Negli anni scorsi si era anche parlato di qualche sventurato senza tetto che non aveva trovato di meglio che cercare riparo per la notte al cimitero. Anche per questo è stato installato un sistema di apertura e chiusura automatica con timer dei cancelli, che scatta alle 7 del mattino e alle 18.

 «Il sistema di videosorveglianza, assieme all’automazione dei cancelli, li avevamo chiesti già nel 2006, da quando non c’è più il servizio di custodia dei frati», dice Carmelo Passalacqua, responsabile dei Servizi funerari del Comune. «Fino ad allora c’erano due di loro che provvedevano all’apertura e chiusura dei cancelli, facevano sorveglianza e gestivano l’ufficio informazioni. Esisteva una succursale del convento, presso il cimitero, che tre anni fa è stata chiusa. Da quella data è rimasto solo padre Armando (reperibile nel prefabbricato all’ingresso, ndr), con compiti esclusivamente di assistenza religiosa». Da qui la decisione di affidarsi agli occhi elettronici. «Le telecamere sono 15, di cui 13 fisse e 2 orientabili», spiega l’ingegner Sandro Simonini, dirigente del Servizio gestione fabbricati, che ha seguito i lavori. «Sono in funzione dalla settimana scorsa e coprono tutto il cimitero». La gran parte è concentrata all’incrocio dei quadranti principali, nord e sud, ma vengono raggiunte anche zone più periferiche. L’obiettivo è anche di tutelare le tombe di famiglia più antiche e i monumenti di interesse storico. «Per ora le immagini sono visibili solo dalla centrale dei vigili - aggiunge Simonini - ma probabilmente ci sarà un’estensione al servizio funerario».

 Le telecamere sono costate 25 mila euro, ma ne sono serviti altri 11 mila per gli elettricisti che hanno effettuato il cablaggio tramite le fibre ottiche, attraverso le quali vengono trasmesse le immagini. L’opera non rientra nel progetto del Comune finanziato dal ministero degli Interni per la videosorveglianza nei quartieri (con interconnessione fra le centrali delle forze dell’ordine), ma è stato portato avanti in autonomia da Palazzo Thun, che ha eseguito i lavori in diretta amministrazione













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