Alle feste è di moda il braccialetto anti-alcol
Monouso, segnala i maggiorenni che possono ordinare e consumare alcol
VAL DI NON. Sempre più diffuso nel mondo delle feste e degli eventi giovanili, anche in occasione della Ciaspolfest era presente il "braccialetto monouso" per i maggiorenni. Il bracciale, non asportabile, viene consegnato ai ragazzi maggiorenni all'ingresso delle feste (previo controllo del documento d'identità) e permette l'ordinazione e il consumo di bevande alcoliche. "E' una prassi ormai diffusa - spiegano alcuni organizzatori di eventi giovanili della Val di Non - nata in seguito alle nuove norme in materia di consumo di bevande alcoliche.
Tutti gli organizzatori di sagre, tendoni e feste hanno recepito l'obbligo di segnalare, mediante cartelli alla cassa e ai banconi, il divieto di vendere alcolici ai minori. Tuttavia, il controllo del documento d'identità al momento dell'ordinazione diventava difficoltoso in luoghi troppo affollati, pertanto si è deciso di risolvere il problema all'ingresso, consegnando un bracciale di identificazione a tutti i maggiorenni". Una pratica che dovrebbe evitare l'abuso di alcol tra i minori, ma che purtroppo viene spesso aggirata grazie alla complicità dei maggiorenni. Capita infatti che l'adulto munito di regolare braccialetto monouso si trasformi in "trafficante" di bevande alcoliche, raccogliendo denaro dai più giovani in cambio di ordinazioni "su commissione".
"Per il barista - affermano gli organizzatori - è difficile prevenire questo fenomeno non potendo negare la vendita di alcol ai maggiorenni. Capita addirittura che il prestanome si faccia pagare un sovrapprezzo dai minorenni che sono disposti a pagarlo pur di consumare una bevanda alcolica". L'abuso di alcol rimane di stretta attualità nelle valli trentine. "L'obiettivo di chi organizza le feste - concludono i giovani - è prevenire il consumo di alcol da parte di minori e di chi si mette alla guida. Le motivazioni sono sia sociali che legali, viste le multe salatissime che si rischiano infrangendo la legge. Ma, nonostante i controlli, crediamo che il miglior strumento sia una campagna di dissuasione fatta dalle istituzioni, un approccio al problema che metta in sicurezza non solo i fruitori, ma anche gli organizzatori di eventi".