Allarme bostrico: a rischio gli abeti rossi del Bondone
Fausto Degasperi ha documentato una situazione drammatica
TRENTO. Gli abeti rossi del Monte Bondone, sono a rischio estinzione ? La domanda è lecita vendendo le foto scattate da Fausto Degasperi, residente sulla montagna di Trento, che lancia l'allarme e fa un'amara constatazione:”In primavera l’abetaia era verde e rigogliosa, a distanza di pochi mesi è nelle condizioni delle foto”.
La causa? Tutto dipende dal rapido diffondersi dell'infestazione da bostrico. “Il bostrico è un insetto che vive e si nutre sotto la corteccia dei tronchi dell'abete rosso di fatto impedendo alla linfa di salire sulla chioma. In poco tempo la pianta deperisce e muore. Quando guardate le nostre montagne soffermatevi un po e noterete qua e là dei gruppi di abeti ormai secchi e quindi morti”.
Le fotografie sono state scattate il località Poza Vecia a monte di Candriai, ma basterebbe osservare la Marzola dal Lago di Caldonazzo per vedere una situazione del tutto simile. Il bostico trova terreno fertile perché gli abeti rossi sono molto diffusi in Trentino, piantati nel tempo per il legno pregiato utile ad esempio per la costruzione dei tetti e decisamente più duttile rispetto a quello di abete bianco. In un ambiente ideale il parassita si riproduce con facilità ed espande il contagio.
Al momento non c'è nulla che lo possa contrastare, se non il rapido abbattimento ed una scorticatura veloce: solo così si possono salvaguardare le abetaie. Oltretutto il bostico attacca solo la corteccia e quindi il tronco risultando integro, è normalmente commerciabile.
Fausto Degasperi è anche un appassionato e studioso e si è fatto una propria opinione: “Occorre innanzitutto, in attesa che si trovi l'arma efficace da parte della scienza che spero si stia già dando da fare, porre in opera un'azione di monitoraggio eliminando le piante infette subito, non solo quando sono morte e il parassita si è trasferito a cibarsi altrove. Per riuscirci servirebbe che la politica potenzi subito l'attività forestale, risolvendo per primo il problema dell’Azienda Forestale sotto organico”.