All’Anpi nuova bufera su Pedergnana
Rullo (M5S): «Ha messo un like sulla pagina Boia chi molla». L'ex presidente del Patt: «Non sono stato io»
RIVA. Nuova bufera su Carlo Pedergnana, ex presidente del Patt costretto alle dimissioni dopo l'uscita di alcune foto che lo ritraevano mentre faceva il saluto romano e baciava un santino del Duce. Nel corso di una serata sull’antifascisimo organizzata dall’Anpi dell’Alto Garda alla sala dell’Ássociazione, in viale Segantini, davanti a una quarantina di persone, è stato il consigliere comunale del Movimento 5 Stelle, Giovanni Rullo, a sollevare la questione: «Il giorno 19 febbraio (due giorni dopo le dimissioni da presidente del Patt) sono stati messi numerosi «Mi piace» in Facebook sulla pagina Boia Chi Molla. Uno di quei «like» è stato messo da Carlo Pedergnana», ha detto Rullo facendo vedere ai presenti il salvataggio della schermata con il «like».
È stato il presidente della sezione rivana dell’Anpi Gianantonio Pfleger a prendere successivamente la parola invitando Pedergnana a dare spiegazioni: «Di solito concediamo a tutti il beneficio del dubbio, ma davanti a questo gesto comprovato esigo una spiegazione».
A quel punto il microfono non poteva che passare allo stesso Pedergnana: «Non sono stato io a mettere quel mi piace, non so chi l’abbia fatto al mio posto», si è giustificato. «È vero che in quei giorni ero molto arrabbiato e ho passato anche del tempo su facebook, ma smentisco che possa aver messo quel like. Non so come sarà il mio futuro politico, ma adesso l’unico obiettivo che mi pongo è quello del benessere della mia famiglia perché non voglio vedere i miei cari in tensione come questi giorni».
Pedergnana aveva presentato le dimissioni irrevocabili da presidente del Patt, travolto dalle fotografie scattate nel 2005 e pubblicate sui giornali all’indomani della sue elezione a presidente del Patt, fotografie dove è ritratto mentre bacia una foto di Benito Mussolini e si esibisce nel saluto fascista. Pedergnana si era giustificato parlando di una cena fra amici, con mogli e figli, nel periodo in cui militava in Alleanza Nazionale. E ai vertici del partito, dopo un primo momento in cui avevano cercato di giustificare come una «goliardata» quelle fotografie, non è rimasto altro da fare se non accettare le dimissioni e chiudere più in fretta possibile la vicenda. Che ora, dopo la serata di ieri, rischia di avere una seconda puntata.(l.o.)