Al parroco di Santa Maria i soldi degli anarchici 

L’associazione Rinascita Torre Vanga ha consegnato a don Decarli la cifra ottenuta dal giudice a mo’ di risarcimento per i danni ai manifesti di Natale 



TRENTO. Un simbolo della rinascita del quartiere della Portela. È la basilica di Santa Maria Maggiore, in passato presa di mira da vandalismi e da furti. Proprio un anno fa il parroco Andrea Decarli aveva deciso di chiudere la chiesa che a suo tempo ospitò il Concilio di Trento e che è meta delle visite turistiche in città per una sequenza di furti ai danni delle cassette delle offerte e danneggiamenti al porta particole ed alle candele. Grazie ad una mobilitazione di singoli cittadini ed all’associazione Rinascita Torre Vanga, ai carabinieri e poliziotti in pensione ed alla Anastasia (che raccoglie le guide turistiche), si era costituita una rete per presidiare la basilica e tenerla così aperta nella fascia del pomeriggio, fino alle 17.30. Ora l’associazione Rinascita Torre Vanga ha deciso di sostenere Santa Maria Maggiore, donando al parroco don Decarli la cifra che è stata data dagli anarchici a risarcimento dei danni provocati ai volontari rubando loro uno striscione esposto in occasione del Natale del 2015.

L’associazione aveva ideato un’originale azione per sensibilizzare autorità e cittadinanza sulla situazione di illegalità nel quartiere che sconta da anni la pressione di schiamazzi, prostituzione e spaccio di droga, esponendo un calendario dell’Avvento alle finestre dei residenti. Ogni giorno appariva un cartellone di denuncia contro il degrado: uno di questi manifesti era stato sottratto dagli anarchici, che l’avevano esibito come trofeo durante l’occupazione dell’edificio “Nave” in San Pio X. Franco Dapor, presidente dell’associazione Rinascita Torre Vanga, che ieri si è presentato con Marisa Moser, tesoriera, in parrocchia per consegnare la cifra, spiega che avevano cercato di rientrare in possesso del manifesto, ma gli occupanti avevano rifiutato. «Abbiamo ritenuto corretto - aggiunge Dapor - procedere con una denuncia per danneggiamento, che si è risolta con il pagamento di un risarcimento di qualche centinaia di euro. Denaro che ci è sembrato giusto affidare al sostentamento della nostra basilica. Noi non ci arrendiamo e continueremo a batterci per la legalità e la vivibilità del nostro quartiere». Intanto il presidio continua a funzionare, grazie alle associazioni citate dei carabinieri, poliziotti in pensione e Anastasia ed ha dato risultati positivi. (sa.m.)













Scuola & Ricerca

In primo piano