Al cimitero spazio anche per i laici
Rovereto, con l'ampliamento aree riservate a islamici e a defunti di altre religioni
ROVERETO. I fedeli di religione musulmana come di altre religioni potranno trovare un loro spazio al cimitero. Così come i laici avranno un luogo riservato non solo per la sepoltura ma anche per la cerimonia funebre. Questo è quanto previsto con il progetto dell'ampliamento del cimitero di San Marco, il più grande della città. Un cimitero che aumenterà i propri spazi a disposizione con 743 posti per una spesa complessiva di poco inferiore ai due milioni di euro. Ma il progetto, già predisposto dall'amministrazione Valduga, rischia di essere rallentato a causa del ricorso al Tar da parte dei proprietari, i fratelli Salvaterra, del terreno confinante sul quale è previsto appunto l'ampliamento.
«Non si capisce come mai - aveva affermato Mario Cossali all'indomani del funerale affollato dell'avvocato Giuseppe Speri - il più grande cimitero della città non sia dotato di un servizio adeguato per le cerimonie funebri laiche. Il problema non è tanto della comodità delle persone che vi partecipano, quanto quello della dignità del rito civile: dunque prima di tutto del rispetto di chi ci ha lasciato». Questo rispetto ci sarà, ribatte l'assessore ai lavori pubblici Leone Manfredi, «visto che sono in corso i lavori per creare un luogo destinato alle cerimonie laiche. Così come è previsto, con l'ampliamento, uno spazio per la sepoltura "fuori dalle mura", di chi non voleva trovare posto nella terra benedetta».
E' il caso, ad esempio, dei musulmani o dei credenti di altre religioni che non sia quella cattolica. «Anche per loro saranno riservati spazi specifici: 78 posti per i credenti in Maometto, 82 per quelli di altre religioni» precisa l'assessore Manfredi. Ma l'ampliamento del cimitero, precisa l'assessore, consentirà di arrivare alla normale turnazione delle tombe. Infatti, proprio per la carenza di spazi, «spesso si è costretti ad esumare le salme dopo 15 anni dalla sepoltura quando ancora il cadavere non è completamente demineralizzato. Con un numero sufficienti di posti arriveremo così al ciclo completo dei 25 anni».
Ma con il ricorso al Tar non si rischia di andare alle calende greche con il nuovo cimitero? L'assessore non esclude che si possa arrivare, se esistono i presupposti di legge, di arrivare all'acquisizione forzata dei terreni lungo via Pasqui. «C'è la necessità di arrivare al più presto in possesso dell'area per poi procedere all'appalto non solo per l'esigenza di avere più posti al cimitero ma anche per dare lavoro alle imprese un momento di crisi» precisa l'assessore. E in merito all'interrogazione di D'Antuono, che denuncia la mancanza di rispetto della fascia cimiteriale, Manfredi sottolinea «che il progetto partito da tempo è stato fatto nel rispetto del prg».