«Aiuto da casa» per la patente, denunciato 

Marocchino beccato dalla Stradale all’esame di teoria con il kit composto da telecamera e auricolare



TRENTO. «Con la patente di categoria A2 si possono condurre i motocicli (con o senza carrozzetta) di potenza fino a 35 kW, rapporto potenza/peso non superiore a 0,2 kW/kg purché non siano derivati da una versione dello stesso modello che sviluppi oltre il doppio della potenza massima». Una domanda come questa può capitare all’esame di teoria per la patente. Ed è una domanda (a proposito la risposta è «vero») che può mettere in difficoltà chi non ha studiato o chi non ha l’italiano come lingua madre. Ma la patente serve, ed ecco che si escogita di tutto per cercare di passare la teoria. Di stratagemmi e scorciatoie i poliziotti della Stradale ne conoscono tante perché è da anni che vigilano sullo svolgimento degli esami di teoria. In borghese per non dare nell’occhio, hanno iniziato tempo fa questi controlli che hanno già portato a processo (con una serie di condanne e patteggiamenti) almeno un centinaio di persone. E una nuova denuncia è scattata pochi giorni fa. Nei guai un marocchino di 23 anni che per passare la teoria chiedeva l’«aiuto da casa». Era infatti dotato di un vero e proprio kit. Aveva una microtelecamera sistemata nell’asola della maglia che avrebbe trasmesso in tempo reale il quiz a chi lo stava aiutando e che passava le risposte tramite un micro auricolare che era nell’orecchio del candidato. E in un pacchetto di sigarette il modem per permettere la trasmissione delle informazioni. A far saltare lo stratagemma (e anche l’esame per il candidato) la presenza dei poliziotti della squadra di polizia giudiziaria della Stradale che sono ormai allenati a cercare e notare quei comportamenti che possono segnalare un’anomalia. Solo negli ultimi mesi sono stati ben 5 i denunciati per il tentativo di rendere più facile l’esame della patente. Ed è stata una patente a mettere nei guai un pakistano. Il giovane aveva chiesto alla Motorizzazione Civile (con la quale la Stradale collabora fattivamente e con ottimi risultati) la conversione di una patente di guida polacca di ultima “generazione” che però era stata falsificata. Fra l’altro il pakistano aveva anche dichiarato di risiedere in un comune del Trentino. Un’indicazione che non ha trovato conferma nei registri. È stato denunciato.

«Questi risultati - viene spiegato dalla polizia stradale - sono frutto della costante e proficua collaborazione tra la Polizia Stradale, in primis con la Motorizzazione Civile di Trento, con le autoscuole e gli studi di consulenza automobilistica presenti sul territorio della provincia di Trento, che permettono un costante monitoraggio di tutte le attività afferenti la circolazione stradale. Le segnalazioni di questi uffici permettono alla squadra di polizia giudiziaria di intraprendere attività di indagine che, in quasi la totalità dei casi, consentono di individuare ed assicurare alla giustizia i responsabili delle condotte criminose poste in essere».















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