«Agente aggredito da un detenuto in carcere a Trento»
La dura denuncia del sindacato Sappe: fatto gravissimo. A Spini ci sono stati 29 atti di autolesionismo, 7 tentati suicidi, 36 colluttazioni
TRENTO. “Ho appena saputo di una grave vicenda avvenuta ieri sera alle 21 circa, ovvero l’aggressione da parte di un detenuto in isolamento disciplinare, nei confronti di un assistente di polizia penitenziaria in servizio nel carcere di Trento”.
Le parole sono di Donato Capece segretario generale del sindacato Sappe. Che così ricostruisce i fatti.
“Alle 21 il detenuto attirava l'attenzione dell'Assistente con la scusante di chiedergli delle informazioni: quando il poliziotto è giunto davanti alla cella, con una mossa repentina il detenuto lo ha afferrato con violenza, tirandolo contro la cancellata e colpendolo più volte alla nuca con un oggetto contundente, minacciandolo anche di morte.
Il tempestivo intervento degli altri Agenti in servizio ha permesso di bloccare, a fatica, il detenuto, mentre al poliziotto sono state assicurate le cure in infermeria.
A lui va tutta la solidarietà e la vicinanza del Sappe.
La cosa grave è che ha ripromesso di continuare ad aggredire il personale fino a quando non otterrà un trasferimento. Il detenuto, per altro, è già noto per la sua indole aggressiva ed è stato destinatario di un congruo numero di rapporti disciplinari e relative sanzioni per il suo atteggiamento aggressivo e contrario all’ordine ed alla sicurezza”.
Durissimo il giudizio del leader del Sappe: “I numeri degli eventi critici accaduti nelle carceri italiane nel primo semestre del 2021 sono allucinanti: 5.290 atti di autolesionismo, 44 decessi per cause naturali, 6 suicidi e 738 sventati dalla Polizia Penitenziaria, 3.823 colluttazioni, 503 ferimenti. In pratica, ogni giorno nelle carceri italiani succede qualcosa, ed è quasi diventato ordinario denunciare quel che accade tra le sbarre.
Se gli attuali vertici non sono in grado di garantire l’incolumità fisica ai poliziotti penitenziari devono dimettersi tutti”.
Il Sappe evidenzia infine che “nella Casa circondariale di Trento si sono contati 29 atti di autolesionismo, 7 tentati suicidi sventati in tempo dalla Polizia Penitenziaria, 36 colluttazioni e 4 ferimenti: cifre allarmanti ma comunque contenute grazie alla professionalità, all’abnegazione ed al senso del dovere della Polizia Penitenziaria, che – ripeto - ha comunque bisogno di uomini e nuovi strumenti operativi per fronteggiare l’emergenza in atto”.