Addio carne, ora si vende la verdura
Così i consumatori seguono le indicazioni delle autorità sanitarie, ma decollano anche i consumi di prodotti bio e integrali
TRENTO. Consumiamo sempre meno carne e mangiamo più frutta e verdura. Lo raccomanda l’azienda sanitaria, l’ha ribadito nei giorni scorsi il Comune di Trento mentre le grandi catene della distribuzione organizzata, bilanci alla mano, confermano: stiamo seguendo (finalmente?) i consigli del medico. Non è un caso, ma una precisa scelta di marketing, se la maggior parte dei supermercati vi dà il benvenuto ormai da anni con il banco dell’ortofrutta: colori vivaci e naturali, effetto mercato di paese, dopo aver comprato l’insalata e aver quindi fatto pace con la vostra coscienza (dicono gli psicologi) sarete più disponibili a riempire il carrello anche con qualcosa che il vostro medico non approverebbe.
Ma queste sono chiacchiere, veniamo ai dati. Nessuna tra le grandi catene presenti sul mercato trentino parla volentieri del calo dei consumi di carne, che rappresenta un brutto colpo per gli allevatori trentini ma la realtà è che la carne rossa accusa un calo costante, compensato dalla tenuta di altri tipi di carne che contiene la diminuzione totale del settore. Sull’andamento positivo dell’ortofrutta (al di là delle fluttuazioni stagionali che possono dipendere da vari fattori, con il meteo al primo posto) sono tutti d’accordo: secondo il Sait nel 2016 frutta e verdura hanno registrato un aumento in valore del 6-7% rispetto all’anno precedente, con punte del 15% nel caso della frutta secca e del 10 per cento per i legumi. Chi si è rivolto al dietologo per risolvere i problemi di linea sa perché. Ma non è solo una questione di prezzo, perché oltre al fatturato aumentano anche i volumi di vendita.
Sul fronte del biologico, viste le quote di mercato ancora molto ridotte, è facile fare grandi numeri ma il +45% indicato nell’ultimo semestre dai supermercati Poli (che hanno effettuato investimenti particolari in questo settore) indica comunque che qualcosa sta cambiando molto in fretta. Aumenti a doppia cifra vengono registrati dai Supermercati Trentini e dai Poli sul fronte dei prodotti integrali mentre per il commercio alimentare diventano sempre più importanti gli scaffali dedicati a chi soffre di intolleranze al glutine (aumenti dal 16 al 29 per cento dichiarati dalle aziende)oppure al lattosio (+10-20%).
Non stupitevi quindi se la logistica dei supermercati cambia di conseguenza, con superfici sempre più ampie dedicate ai prodotti che si inseriscono in queste nuove tendenze e i cibi “sotto accusa” (ieri era la giornata mondiale senza carne) relegati in spazi di secondo piano. «E’ chiaro che dobbiamo interpretare (o meglio: anticipare) le tendenze dei consumatori» spiega Luca Picciarelli, direttore generale del Sait. Con Mauro Poli (dei supermercati di famiglia) che racconta gli investimenti sugli angoli dedicati al cibo biologico, che sono ancora un fenomeno marginale ma in continuo aumento. Gli allevatori (che il Trentino sentirà nei prossimi giorni) si appellano all’equilibrio alimentare (confortati dai nutrizionisti) mentre i vegetariani ringraziano il Comune di Trento che nei giorni scorsi ha diffuso un comunicato per ricordare ai cittadini che “uno stile di vita sano e sostenibile passa anche dalla riduzione del consumo di carne”. Ecco perché ieri - come raccontiamo nel pezzo qui sotto - i bambini delle scuole di Trento hanno mangiato un pasto vegetariano. (a.s.)
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