Addio a Salvetti, una vita per gli altri 

Il lutto. Se ne è andato a 79 anni per il Covid l’ex agente generale di Ina Assitalia. Era stato a lungo segretario del Lions club ed era attivo nel volontariato. Da più di vent’anni portava aiuti tre volte all’anno all’orfanotrofio, alla casa di riposo e alle vedove di guerra di Banja Luka



Trento. Se ne è andato a 79 anni, all’improvviso, vittima di varie complicazioni del Covid, Marco Salvetti, per più di vent’anni agente generale di Ina Assitalia a Trento, per decenni molto attivo nel mondo del volontariato, nel Lions e nel sociale. Una persona generosa, con un sorriso per tutti e amante del fare. Una persona conosciutissima in tutta la città e non solo in quella, come dimostrano i tanti attestati di stima e vicinanza alla famiglia. I funerali si terranno lunedì alle 14 al cimitero di Trento. Lascia la moglie Silvana, le figlie Stefania e Lally e i nipoti. Salvetti era molto noto per il suo impegno professionale, tanto che ha ampliato l’attività dell’agenzia Ina Assitalia di Trento e l’ha fatta crescere grazie anche alla sua grande attenzione. I collaboratori ricordano la sua umanità e la sua capacità di motivarli e di star loro vicino. Era stato agente generale di Trento dagli inizi degli anni ’70 a metà degli anni ’90. Era nato a Trento e da bambino aveva vissuto a Novara dove la sua famiglia si era trasferita per motivi di lavoro. Poi era rientrato in Trentino dove aveva costruito la sua carriera professionale che lo aveva portato a conoscere moltissime persone.

In moltissimi ne ricordano il grande impegno a favore dei più deboli, l’amore per il fare e la ritrosia nei confronti dell’apparire. Non amava essere sotto i riflettori mentre voleva lavorare, darsi da fare per gli altri. Era da sempre socio Lions. E proprio perché non amava apparire, ma aveva una passione per il fare, non ne era mai stato presidente, mentre era praticamente abbonato al ruolo di segretario. I collaboratori, ma anche tutte le persone che lo avevano conosciuto lo ricordano come un uomo buono, generoso, molto attento agli altri e sempre pronto alla battuta. Ma soprattutto sempre disponibile a darsi da fare.

Emblematico nella sua storia è stato l’impegno per la città di Banja Luka, di fatto la capitale della repubblica serba di Bosnia Erzegovina. Con molti amici, tra i quali il dottor Stefenelli, ormai una ventina di anni fa, come ricorda la figlia Lally, Salvetti era entrato in contatto con l’orfanotrofio della città. Ci era stato e aveva visto che la struttura aveva bisogno di tutto. Da allora aveva dedicato gran parte del suo tempo libero ai bambini dell’orfanotrofio: «Ogni anno e fino all’anno scorso - ricorda la figlia Lally - andava a Banja Luka almeno due o tre volte all’anno. Insieme ad altri amici aveva creato un gruppo di sostegno che si dava da fare per raccogliere aiuti, regali e fondi. Da molti anni, tutti i compleanni in famiglia venivano trasformati in raccolte di fondi per Banja Luka. Aveva iniziato con l’orfanotrofio, ma poi era passato alla casa di riposo e poi alle vedove di guerra. Riempiva insieme agli amici un furgone di cose, di regali, di beni che servivano come lenzuola o altro e partiva. Io lo ricordo così, come una persona che aveva una grande voglia di aiutare gli altri e che aveva una grande sete di contatti umani. Due cose che ha lasciato a noi tutti in famiglia e per questo gliene siamo grati». Lally Salvetti, poi ricorda gli ultimi giorni di suo padre: «È morto per le complicazioni dovute al Covid. Fino a lunedì dell’altra settimana stava bene, poi il martedì gli è salita la febbre. È stato ricoverato domenica. Lunedì sembrava star meglio, ma poi da martedì è peggiorato. Tutta l’equipe è stata meravigliosa, ma l’organizzazione in generale ha molte lacune. Noi abbiamo la mamma positiva a casa che ha paura di uscire per non infettare gli altri, ma avrebbe bisogno di una radiografia. Manca un pronto soccorso Covid che possa accogliere in sicurezza i positivi».













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