Acquisti su internet, il sito web fallisce: vittime centinaia di trentini
Avevano comprato cellulari e materiale hi-tech a prezzi stracciati. E su Facebook è nato un profilo dei consumatori danneggiati
TRENTO. Sono 380 le vittime delle quali una parte consistente (circa 200) è trentina, del (presunto) raggiro telematico che finora avrebbe fruttato 306 mila euro, ma che viene stimato per un fatturato complessivo di molto superiore. Il numero delle persone venute allo scoperto sta aumentando di giorno in giorno tanto che è stato creato anche un gruppo Facebook che nei giorni scorsi contava quasi 700 adesioni.
Ma di cosa di tratta? E’ successo che alcuni siti (italiadigital, affaricerti, mediaprezzi, affaridigitali e megaprezzi) proponessero materiale elettronico, ma anche elettrodomestici a prezzi stracciati, spesso sottocosto. L'inizio risale a due anni fa e a parte la lentezza della consegna, tutto è andato bene fino a novembre, quando le registrazioni dei pagamenti sono rallentate ed è venuto a mancare il normale scambio di informazioni sulle spedizioni; fino a quando il 9 dicembre è arrivata una mail che comunicava che la ditta avrebbe dichiarato fallimento, senza restituire il denaro ricevuto e tanto meno spedire la merce. Solo che i siti sono rimasti aperti, raccogliendo regolarmente ordini, fino al 13 dicembre. Il caso è diventato di risonanza nazionale e dalla indagini private è emerso che C.G., l'ideatore della truffa è irreperibile, mentre a Lucca è rimasta la moglie S.M. intestataria di alcuni immobili.
Sabrina, una delle truffate trentine, racconta che prima di procedere all'acquisto di iPod venduto a 363 euro più 18 di spese di spedizione ha cercato tutti i riscontri possibili in internet. Trovaprezzi, il sito che indica i costi più bassi, valutando anche l'affidabilità del venditore, esprimeva giudizi rassicuranti. Poi quando sono iniziate le critiche invece di pubblicarle, al 5 dicembre ha oscurato la pagina. L'equivoco ha favorito il prolungamento dell'apertura dei siti, proprio nel periodo dagli acquisiti più facili. Ora chi ha pagato tramite carta di credito ha delle possibilità di recuperare il versato, ma tutti gli altri non hanno speranza e non hanno potuto fare altro che sporgere denuncia.
Sempre dagli interventi nella pagina Facebook, emerge come sia stata respinta la denuncia per truffa ed accettata solo la querela contro ignoti. E come il frazionamento su tutto il territorio nazionale, non abbia ancora messo in movimento la procura di Lucca. A breve in procura saranno inviate le copie della denuncia, per arrivare almeno a dei sequestri cautelativi. Solo a dicembre sono arrivati 1500 ordini, prima dell'oscuramento dei siti. In Trentino nell'elenco delle vittime ci sono persone della Val di Non, di Trento e della Valsugana. Di certo però, il numero dei truffati è destinato ad aumentare.