Abusa di un bambino: è in carcere 

Un somalo era stato ospitato da una famiglia che voleva aiutarlo: poi la violenza



TRENTO. Lo avevano accolto in casa per dargli una possibilità. Gli avevano aperto le loro braccia perché, da stranieri, sapevano come vivere in una terra straniera, sia difficile. E perché aveva un disagio comportamentale figlio del suo vissuto, che lo segnava pesantemente. Per questo una famiglia africana che vive in provincia aveva deciso di aiutare un somalo di 26 anni (all’epoca dei fatti ne aveva due di meno) arrivato in Italia su un barcone. Ma poi - due anni fa- lo hanno dovuto allontanare con decisione perché lui aveva abusato del piccolo di famiglia, un bambino di appena sette anni. Più episodi di abusi sessuali che il bimbo ha avuto la capacità e il coraggio di raccontare. Parole che hanno portato alla condanna del somalo (difeso dall’avvocato Enrica Franzini) a 4 anni. E ieri, con la sentenza passata in giudicato, il 26enne è stato arrestato dagli uomini della squadra mobile e portato in carcere. Anche le indagini erano state condotte dai poliziotti che avevano ascoltato sia il bambino che i genitori. In particolare il padre del piccolo abusato che aveva scoperto quello che stava succedendo al figlio, vendendolo insieme a quel ragazzo cui avevano aperto la porta di casa in un gesto di grande altruismo. Le condizioni mentali del somalo sono tali che pare che non si sia reso conto e non si renda conto di quello che ha fatto, un disagio caratteriale che lo avrebbe portato a compiere gesti impensabili contro un bambino. Per lui, che in Italia è da solo ed è in carico ai servizi sociali, prima della carcerazione, erano state prese delle misure di sicurezza come il divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dai più piccoli.













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